I vini del Collio, famosi in tutto il mondo e con una produzione che si attesta su 6,5 milioni di bottiglie vendute all’anno, avranno la massima tutela di qualità prevista in Italia. Il Consorzio presieduto da Robert Princic ha infatti ufficialmente avviato con il Ministero per le politiche agricole, la procedura per il riconoscimento della Docg all’intero territorio costituito da 1.450 ettari coltivati a vite. La decisione è maturata con i produttori, con le istituzioni locali e regionali ed è stata illustrata a giornalisti italiani e stranieri in occasione del nuovo evento speciale “Enjoy Collio Experience”. Cinque giornate dedicate alle persone, al vino e al territorio, caratterizzate da un ricco programma iniziato il 14 giugno e conclusosi domenica 18. Forti di un territorio meraviglioso, dove alla bellezza della natura si uniscono le opere che gli uomini hanno creato nei secoli, dalle chiesette ai castelli, dai “vignali” ai frutteti ed oliveti, dai prodotti della cucina locale alla varietà delle lingue che si sentono parlare dagli abitanti di queste colline. Un unicum che ha spinto a candidarsi a diventare Patrimonio Unesco un territorio delimitato da due corsi d’acqua dolce – l’Isonzo e lo Judrio – e che emerge per i suoi vini. Da queste premesse guardano alla DOCG, la denominazione di origine controllata e garantita, che con uno specifico disciplinare di produzione in fase di definizione e di approvazione, formalizzerà ciò che nei fatti ha già da anni le caratteristiche di una Docg, esaltandone la qualità percepita e conferendole maggior valore.
«Il riconoscimento a cui puntiamo ci rende ovviamente molto orgogliosi – afferma Robert Princic, Presidente del Consorzio di Tutela – e credo di parlare a nome di tutto il Collio quando affermo che questo prossimo traguardo sarà una vittoria per tutto il territorio, la possibilità di legare a doppio filo la terra e i vini a cui dà vita».
La denominazione di origine controllata e garantita è la massima qualificazione attribuibile ad un vino ed è un marchio di origine italiano che garantisce al consumatore l’area geografica di produzione. Oltre a rispettare tutti i parametri stabiliti dal disciplinare per i DOC, i vini DOCG sono soggetti a maggiori controlli a garanzia della massima qualità, visivamente riconoscibili con la fascetta (il contrassegno di Stato) sul collo delle bottiglie.
Motore di ogni attività del Consorzio di Tutela è senza dubbio lo stretto legame con le sue genti che lavorano la terra e tutelano giorno dopo giorno il territorio, la consapevolezza di arricchire, attraverso la cura delle vigne, il patrimonio ambientale e sostenere la tutela del paesaggio.
L’introduzione del disciplinare di produzione DOCG si inserisce così nella strategia di crescita dell’immagine e della peculiarità del prodotto contribuendo alla valorizzazione di tutto il patrimonio naturale del luogo. Di fatto la produzione Collio Doc ha da anni le caratteristiche della Docg, infatti già adesso le rese per ettaro sono basse, garantendo la massima qualità. Le varietà, oggi riconosciute dal disciplinare in vigore, saranno le stesse, ma due sono le novità da non trascurare. La prima riguarda un “Collio Gran Selezione”, uvaggio 100% autoctono al vertice della piramide qualitativa delle future etichette, che sarà a base di Friulano (Tocai), con in percentuale minore la Malvasia e/o la Ribolla gialla, e che avrà un periodo di invecchiamento di almeno 24 mesi. In altre parole un Collio bianco top. L’altra new entry sarà il Pinot grigio “Superiore”, soggetto ad una regolamentazione più restrittiva che prevederà una resa per ettaro inferiore e un periodo di vinificazione più lungo. Non dimentichiamo che a Gorizia già 170 anni fa si produceva Pinot grigio e se ne analizzò il mosto il giorno 3 ottobre 1847, col pesa-mosto Wagner da poco brevettato!
Le giornate di “Enjoy Collio Time”, sono state come un viaggio nel Tempo, che è il tema dell’evento di quest’anno, con l’idea di condividere con gli ospiti il passato, raccontar loro il presente e proiettare tutti verso il futuro del Collio. Alla stampa internazionale è stata data l’opportunità di assaggiare con il palato, di cogliere i profumi della primavera, di ascoltare i racconti dei produttori e di “master of wine”, di ammirare i luoghi, di provare quelle emozioni che i sensi e l’intuito possono trasmettere. Anche gli amanti del vino e del cibo sono stati soddisfatti con una degustazione dal tardo pomeriggio alla sera di sabato 17, sotto il Teatro tenda del suggestivo Castello di Gorizia e con itinerari guidati fra le colline vinifere. Perchè – come scrisse nel 1877 un raffinato produttore, a proposito dei vini goriziani del tempo – “le cose opportune bisogna ripeterle fino all’importunità”, perseguitati e sedotti dalla bontà controllata e tra poco garantita dei vini del Collio.
CONSORZIO TUTELA VINI COLLIO: fondato nel 1964, il Consorzio rappresenta le 166 aziende socie e si occupa della tutela, valorizzazione e promozione della denominazione. È uno dei consorzi più antichi d’Europa, se si considera che la prima associazione fra viticoltori del Collio fu fondata nel lontano 1872, il terzo in Italia e il primo in Friuli Venezia Giulia. Il Consorzio, un tempo impegnato essenzialmente in Italia, punta oggi, dopo 50 anni di percorso, sempre più alla promozione e ai mercati internazionali.