Il gruppo di cantine Tinazzi, con produzioni in Veneto e Puglia soddisfatto dell’annata in corso: ottime quantità e ottima qualità sia in Veneto sia in Puglia. Grandi risultati dalla nuova cantina San Giorgio, impianto moderno e all’avanguardia che punta alla sostenibilità, con il Primitivo star dell’ultima vendemmia.
Lazise, 25 novembre 2021_Un’ottima annata, sia per quanto riguarda le quantità sia per quanto riguarda la qualità, quella del 2021 per Tinazzi, importante gruppo di cantine con produzioni in Veneto e Puglia. Una vendemmia che ha registrato differenze significative dal Veneto – in cui si è vendemmiato con due settimane di ritardo – alla Puglia, in cui la vendemmia del Primitivo è stata anticipata.
Il 2021 per Tinazzi è stato segnato dall’entrata a pieno regime della nuova cantina San Giorgio a Faggiano (Ta), che ha lavorato quest’anno il doppio delle uve rispetto alla prima annata del 2020. Tra i vitigni coltivati negli oltre 100 ettari di proprietà – tutti in biologico o in conversione biologica – e tra le produzioni dei conferitori regna incontrastato il Primitivo, vera e propria star degli ultimi anni, grazie al boom registrato a livello internazionale e alle caratteristiche naturali di potenza, colore, aromi che lo rendono una forza della natura. In particolare Imperio LXXIV Primitivo di Manduria DOP 2019 della linea Feudo Croce, dal panorama olfattivo, dove spiccano frutta rossa matura, spezie, lievi note di cacao e una vena balsamica, ha ottenuto importanti premi internazionali come i 95 punti di Decanter World Wine Awards e i 93 punti di Falstaff.
«Siamo soddisfatti della vendemmia e attendiamo grandi risultati da quest’annata – afferma Francesca Tinazzi, responsabile Business Control del gruppo –. Nonostante l’anno difficile appena trascorso il gruppo ha continuato a crescere, registrando un +10 % del 2020 sul 2019, e ci aspettiamo quest’anno un +7-8%. Tutto ciò è stato reso possibile dalla rinnovata strategia di marketing che ha mixato diversi canali: le perdite del canale Horeca sono state compensate per esempio da un aumento del 30% nella GDO.
Oltre all’apertura di canali in nuovi Paesi, abbiamo fatto un grande lavoro anche al livello comunicativo, ristrutturando completamente la comunicazione di Tinazzi a partire dal 2019 e trovandoci pronti durante la pandemia».
Una crescita che ha reso ancora più intenso l’impegno verso la sostenibilità: «Vogliamo che i successi del gruppo si traducano in valore condiviso – prosegue Francesca Tinazzi – per questo stiamo ultimando le procedure per la certificazione Equalitas, che affronta la sostenibilità secondo i tre pilastri sociale, ambientale ed economico e al contempo stiamo lavorando al nostro primo Report di sostenibilità in vista di marzo 2022. Un’operazione di sicuro molto impegnativa per un’azienda delle nostre dimensioni, ma che abbiamo voluto fortemente per certificare e raccontare il nostro percorso verso la sostenibilità e l’impegno che ci siamo presi per restare essere fedeli al motto “vini buoni, che fanno del bene”.»
La vendemmia in Veneto – In controtendenza rispetto agli ultimi anni è stata ritardata la partenza della vendemmia. In particolare per quanto riguarda i vini bianchi Lugana e Custoza, le uve, sane e di qualità, sono state raccolte due settimane in ritardo rispetto al solito.
Nella zona del Bardolino e della Valpolicella, colpite da grandinate, non sono stati rilevati particolari danni alle uve e il quantitativo è stato pari a quello dello scorso anno, che come il 2021 era stato caratterizzato in Veneto da un maggio piovoso e un’estate secca.
La vendemmia in Puglia e la nuova cantina San Giorgio – In Puglia, al contrario di quanto accaduto in Veneto, si è vendemmiato in anticipo rispetto agli scorsi anni, con la raccolta delle uve Primitivo che è iniziata in agosto. Non ci sono stati eventi climatici significativi, se non qualche bomba d’acqua.
La nuova cantina San Giorgio – Vini Nobili del Salento a Faggiano, entrata in produzione ad agosto dello scorso anno e giunta quest’anno alla sua seconda pigiatura, ha lavorato il doppio delle uve rispetto al 2020, provenienti dagli 80 ettari di proprietà della famiglia Tinazzi e dai 100 conferitori: una crescita che è stata possibile grazie ai grandi investimenti tecnologici che la rendono un impianto moderno e all’avanguardia nel settore, conforme alla produzione dei vini biologici grazie alle due vasche di raccolta, una per le uve bio e una per il convenzionale.
Nella cantina è stato infine aperto il sito archeologico scoperto nella proprietà, con l’installazione di pannelli esplicativi realizzati in collaborazione con l’Archeo Club di Carosino. Il sito è composto da una piccola necropoli e una grotticella probabilmente risalenti al periodo alto medievale ed è oggi visitabile dal pubblico.
Il fenomeno Primitivo
La tendenza è ormai una conferma: dopo una decina di anni di diaspora della forza lavoro, soprattutto quella giovanile, in Puglia si torna a coltivare, e si coltivano soprattutto uve Primitivo.
Il boom di questo vino ha avuto il pregio di avvicinare molti giovani al mestiere, grazie alla grande fama internazionale conquistata in pochi anni.
Un vino molto buono, che nasce naturalmente a 15° e arriva da una terra meravigliosa e ricca di storia come la Puglia; il nome accattivante e la corrispondenza con l’internazionale Zinfandel permettono inoltre di entusiasmare i palati di consumatori da tutto il mondo.
La lavorazione del Primitivo non è estremamente complicata, a differenza di quanto accade per il Ripasso o l’Amarone per citare alcuni dei top wines prodotti da Tinazzi in Veneto.
«Dobbiamo fare un distinguo – sostiene Francesca Tinazzi – tra Primitivo IGP Puglia, che viene piantato letteralmente ovunque, e la Denominazione Primitivo di Manduria DOP. Ci auguriamo che i consorzi si impegnino nel tutelare il brand del Primitivo, per impedire una svalutazione del prodotto. Come gruppo abbiamo deciso di puntare il Primitivo di Manduria e sull’IGP Salento, che provengono da un territorio e da terreni che offrono il massimo per questo tipo di vino».
Vigneti di proprietà e conferitori: un circuito virtuoso
A caratterizzare il lavoro di Tinazzi, oltre all’attenzione per il territorio, i consumatori e l’ambiente, è il solido rapporto costruito negli anni con i conferitori, che permette di garantire alta qualità e quantitativi stabili.
I produttori che conferiscono le proprie uve alla cantina San Giorgio sono seguiti dagli agronomi e dagli enologi di Tinazzi che li accompagnano durante tutte le fasi dell’anno, dalla potatura alla scelta del momento più adatto per la raccolta.
Gli oltre 100 conferitori sono legati da un rapporto di fiducia con il gruppo di cantine, cementato grazie alla spiccata etica del lavoro, il rispetto e la garanzia dei pagamenti da parte del gruppo, in un tessuto agricolo regolato da rapporti storici e di lunga data.