Nel settembre scorso è stata presentata da Animal Equality Italia l’ultima scioccante investigazione sull’industria della carne di pollo in Italia, una realtà di gran lunga opposta a quella mostrata dai grandi marchi del settore nelle loro pubblicità.
Animal Equality è un’organizzazione internazionale per i diritti degli animali, registrata in Italia come Onlus; proprio Animal Equality Italia ha pubblicato la video inchiesta denominata “Pollo 100% italiano” che rivela atroci retroscena sulle condizioni di vita e di morte degli animali.
I filmati contenuti in questa video-inchiesta sono stati registrati in allevamenti intensivi e macelli fra Emilia Romagna e Lombardia che riforniscono i maggiori produttori di pollo Made in Italy. L’inchiesta mostra immagini forti: si distinguono chiaramente animali con gravi problemi respiratori, con evidenti difficoltà di deambulazione causate dalle deformazioni alle zampe ed ossa, animali con piaghe profonde e gravi affezioni cutanee dovute alla scarsa mobilità ed alla precaria igiene dei capannoni sporchi in cui sono costretti a vivere.
L’inchiesta mostra anche le immagini dell’iter produttivo con gli operatori dell’industria che maneggiano gli animali con violenza, spesso causando loro delle fratture alle ali ed alle zampette: vengono afferrati malamente ed appesi a testa in giù, i polli si dimenano in maniera convulsa per tentare di liberarsi.
Quelli che non rimangono storditi, rimangono coscienti e vengono così sgozzati e macellati ancora lucidi e lasciati morire tra più atroci sofferenze.
L’ECCELLENZA DEL NOSTRO PAESE NON VALE PIÙ DI UN CENTESIMO
Per soddisfare una sempre maggiore richiesta di carni bianche a prezzi contenuti, nel corso degli ultimi decenni questi animali sono stati sottoposti ad una esasperata selezione genetica per ottenere un pollo che cresca ad una velocità incredibile: di fatto, dopo solo sei settimane di vita i polli raggiungono il peso di macellazione. Le ossa, i polmoni e il cuore di questi delicati animali non riescono a svilupparsi allo stesso ritmo della muscolatura, causando loro ogni sorta di deformità, difficoltà motorie, problemi cardiaci e respiratori, condannandoli ad una vita breve e piena di sofferenza.
La video-inchiesta mostra come milioni di polli muoiono per malattia o stenti ancora prima di arrivare al macello: molti di loro sono infermi o talmente deboli da non riuscire a raggiugere le mangiatoie, ma gli operatori li lasciano morire di fame e sete; prestare cure agli animali che vivono in queste condizioni viene visto dalle industrie come una perdita di soldi. I loro corpi in avanzato stadio di decomposizione vengono lasciati per settimane sulla lettiera in mezzo agli animali ancora vivi, aggravando le già pessime condizioni igieniche.
Il 95% della carne di pollo italiana che finisce sulle tavole delle famiglie del Bel Paese proviene da luoghi di allevamento intensivo come quello mostrato nella video inchiesta. Per l’esattezza, si tratta di 500 milioni di polli all’anno costretti a vivere in queste condizioni (dati dell’industria avicunicola).
L’inchiesta “Pollo 100% Italiano” promuove una petizione sul sito www.polloitaliano.it rivolta ad Unaitalia, associazione di categoria che rappresenta il 90% della filiera avicunicola italiana, affinchè inizi un dialogo con i maggiori produttori del settore (tra cui Amadori, AIA e Fileni) per esortarli ad adottare politiche che quantomeno mirino a ridurre la sofferenza animale.
IL CONFINE TRA LEGALITÀ ED ETICA
Tutto ciò che si vede nell’inchiesta è legale, o comunque non è perseguibile penalmente, tuttavia questo non significa che tutto ciò sia giusto e che non vada contrastato. Video-inchieste come questa servono a divulgare le informazioni in maniera trasparente. Ad oggi siamo bombardati da pubblicità ingannevoli ed è necessario fare chiarezza e mostrare la realtà dei fatti per sensibilizzare le coscienze delle persone che non sanno cosa si cela dentro quei capannoni-lager. Inoltre il consumatore DEVE avere voce in capitolo quando si parla della produzione di cibo che verrà consumato da loro e dai propri figli. È quindi necessario un cambiamento radicale da parte dei produttori italiani.
LA SOLUZIONE È SULLE NOSTRE TAVOLE
La riduzione, ma ancor meglio l’eliminazione dei consumi di carne è il modo più efficace che hanno i consumatori di portare il cambiamento. Tutto ciò non è legato esclusivamente alla sofferenza animale nei cui riguardi non si può obbligare nessuno di esserne sensibili. La questione della produzione e del consumo di carne e dei derivati animali è profondamente legata agli equilibri economici e politici, oggetto di importanti tavole rotonde a livello mondiale proprio perché esiste una correlazione forte con il riscaldamento globale ed il drenaggio delle risorse.
CERVELLO DA GALLINA
Numerosi studi scientifici eseguiti negli ultimi decenni hanno dimostrato come il detto “cervello da gallina” sia del tutto infondato. È infatti dimostrato che hanno abilità cognitive, emozionali e sociali. Già nel 1996 la neuroscienziata Lesley Rogers dimostrò che i polli hanno capacità cognitive equivalenti a quelle dei mammiferi, sono dotati di memoria e possono passare informazioni da un generazione all’altra. Inoltre i polli si sono rivelati menti sofisticate, strateghe e comunicative, attraverso l’emissione di suoni, in base all’intensità ed alla durata possono avvertire il gruppo di un pericolo imminente, depistando il predatore, oppure i maschi emettono richiami che utilizzano per il cibo, ma con lo scopo di attirare le femmine con l’inganno (queste però ignorano quegli individui maschi che ricorrono frequentemente a questo trucchetto). Altri studi hanno rivelato quanto i polli siano animali sensibili che provano emozioni come noia, felicità e frustrazione e che subiscono lo stato emozionale di chi li circonda, provando una forte empatia verso i propri simili. Tra i più recenti studi è stata dimostrata una spiccata intelligenza aritmetica e capacità logiche di questi animali che gli esseri umani non sviluppano fino ai sette anni (Lori Marino, neuroscienziata e senior scientist al “The Someone project”, studio “Thinking chickens: a review of cognition, emotion, and behavior in the domestic chicken”, Animal Cognition, Marzo 2017).
Silvia e gli esperti rispondono…
Diventare vegana è veramente un’impresa: mangiare legumi tutti i giorni, per me, è improponibile: mi gonfiano anche se ne mangio in porzioni piccole. Come fare? Ariella – Salerno
I legumi costituiscono un alimento indispensabile per una alimentazione sana: hanno un ruolo protettivo nei confronti di patologie cardiovascolari e dei tumori, poiché sono ricchi di fibre e di antiossidanti ed inoltre forniscono una grande varietà sia a livello nutrizionale che di sapori. E’ quindi importante consumare tutti i giorni i legumi e ridurre, ed anche eliminare, il consumo di carne.
Le principali difficoltà che si possono incontrare quando si inizia una dieta 100% vegetale sono due: la presenza di alcuni anti-nutrienti nei legumi e le fibre. Tra gli anti-nutrienti troviamo i fitati e alcune anti-proteasi che riducono l’assorbimento di alcuni sali minerali e delle proteine. Tali molecole sono presenti in tutti i legumi ed anche in moltissimi cereali. La buona notizia è che le anti-proteasi ed i fitati vengono inattivati con l’ammollo (dalle 12 alle 24 ore) in acqua lievemente tiepida ed acida (aggiungere un cucchiaio di limone o di aceto), con la cottura, ma anche con la germinazione e con la fermentazione.
I legumi sono ricchi di fibre ed alcune sono insolubili. Per ovviare a difficoltà di digestione che causano gonfiori, si devono ingerire piccole dosi di legumi e cereali, soprattutto quando non si è soliti assumerne, aumentando gradualmente il quantitativo nel tempo; eventualmente si può pensare di passare le bucce o filtrarle ed eliminarle. Inoltre eseguire un’accurata cottura e masticare bene sono elementi importanti al fine di favorire la digestione.
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