Mai come in questi ultimi mesi il dibattito sul veganismo ha spaccato l’opinione pubblica in due. Eppure, secondo il Rapporto Italia 2016 dell’Eurispes, i vegetariani sono 4,2 milioni e rappresentano il 7,1% degli italiani e il loro numero è in lieve aumento. La percentuale dei vegani ha subito un’impennata passando dal 0,2% del 2015 all’1% nel 2016, un trend positivo che viene confermato anche dall’aumento delle vendite di prodotti vegan. La scelta vegana è una scelta importante ed è naturale che porti con sé molte domande da parte di chi non è molto informato. Altrettanto naturali sono le miriadi di “leggende metropolitane” nate sia per derisione sia per paura, perché si sa, ciò che è “diverso” spaventa. Si tratta di generalizzazioni e supposizioni sui vegani e sullo stile di vita vegan, ma come per la maggior parte degli stereotipi il risultato sono informazioni fuorvianti e false che servono unicamente a confondere e a generare un alone di diffidenza e pregiudizi nei confronti del veganismo, allontanando dalla verità. Al fine di chiarire (una volta per tutte) alcune di queste infondate affermazioni, ecco alcuni miti da sfatare:
# 1. Mito: L’alimentazione vegana è povera, non si mangia nulla se non tofu, insalata e bacche
Diversi vegani non inseriscono quasi mai il tofu e non è certamente obbligatorio inserirlo nella dieta vegana: se ne può fare benissimo a meno. Chi sceglie di diventare vegano, quasi sempre si informa sui valori nutrizionali di ogni prodotto e su come bilanciare e variare gli alimenti per avere un’alimentazione ricca, varia e soddisfacente. Oltre a tutti i prodotti industriali vegetali che si trovano nei banchi dei supermercati – e di cui moltissimi vegani (io in primis) non ne raccomandano un’assunzione frequente proprio perché si tratta di cibi iperprocessati – fanno parte della nostra dieta i cereali di ogni tipo, meglio se integrali, pasta, legumi, frutta, frutta ortaggi, frutta secca, verdure, tuberi, semi, piante aromatiche e spezie. L’alimentazione veg è molto ricca più di quanto si possa pensare, basta saper unire con fantasia e maestria tutte le materie prime sopra elencate per dar vita a gustose ricette semplici o più elaborate. Basti pensare ai tanti piatti tipici italiani che nascono già vegan: le panelle siciliane, la caponata, i ciceri e tria pugliesi o le orecchiette con le cime di rapa o le pettole, pasta e fagioli, la ribollita toscana e le innumerevoli zuppe di legumi, la pappa con il pomodoro toscana, pasta aglio e olio o la tradizionalissima pasta col pomodoro. L’elenco sarebbe veramente troppo lungo, ma chi intraprende la scelta vegan può star tranquillo: il mondo vegetale propone centinaia di prodotti e la varietà della dieta non è di certo un problema.
# 2. Mito: Seguire una dieta vegana è spesso troppo complicato
Essere vegano non è difficile. Vi sarete resi conto che negli ultimi anni c’è stata una crescita esponenziale dell’offerta di prodotti alimentari vegan in tutti i supermercati, ci sono sempre più negozi di alimenti naturali in ogni città, una miriade di negozi online ed anche in Italia sono nati i primi supermercati completamente vegan. Fortunatamente sono nati tantissimi ristoranti, gastronomie, pasticcerie, gelaterie completamente vegan e molti ristoratori di cucina tradizionale hanno introdotto piatti e menù veg nella loro offerta.
# 3. Mito: La maggior parte dei vegani è anemica ed incorre in seri problemi di salute
Molti cibi vegetali sono ricchi di ferro (spinaci, bietole, radicchio, lenticchie, fagioli di soia, ceci, patate, avena, quinoa, fichi, datteri, semi di zucca, mandorle, rosmarino, timo e basilico). Nutrirsi di questi cibi alternandoli ed abbinandoci fonti di vitamina C aiuterà a mantenere livelli ottimali di ferro. Sia il Ministero della Salute italiano, sia le linee guida internazionali asseriscono che mangiare vegan non compromette la salute se si segue una alimentazione ben bilanciata.
# 4. Mito: Rinunciare ai formaggi è impossibile
Ci sono tanti formaggi vegan disponibili, in costante aumento con nuovi sapori e marchi diversi che soddisfano i palati anche dei più esigenti.
# 5. Mito: La dieta vegana è costosa
Seguire una dieta vegan non è necessariamente così oneroso come si pensa. Questa supposizione è stata un po’ dettata dal costo degli alimenti già pronti che si trovano nei supermercati e che spesso risultano essere proposti ad un prezzo poco più alto della media. In realtà, non si spende molto per riempire il carrello della spesa con alimenti di origine vegetale come pasta, cereali, fagioli e tutti i legumi, nettamente più economici rispetto a carne, pesce e prodotti caseari. L’unico costo può essere attribuito ad un acquisto più importante, rispetto alla dieta onnivora, di molta verdura e prodotti freschi. Due grandi tattiche da utilizzare per risparmiare sono l’autoproduzione di prodotti da forno come pane, torte, biscotti, merende, burger, polpette vegetali e simili (da preparare e poi surgelare) e poi ancora pasta, sughi e salse, etc. Il secondo modo per risparmiare è affidarsi ai GAS (gruppi di acquisto) della vostra città, per acquistare frutta, cereali, legumi e tutti i prodotti da forno in mancanza di tempo per l’autoproduzione.
# 6. Mito: I vegani sono deboli e malaticci
Essere vegani non significa avere meno forza di chi mangia carne. Ci si può allenare ed ottenere risultati in egual modo. Non a caso molti vegani sono anche dei bodybuilders: alcuni esempi, Robert Cheeke, Torre Washington, Derek Tresize e gli italianissimi nonché pluripremiati Massimo Brunaccioni e Barbara Bagnolati. Poi Patrik Baboumian, armeno e tedesco d’adozione, che ha vinto il premio come uomo più forte del mondo trasportando 550Kg per oltre 10mt. Ci sono anche diversi atleti di resistenza, come Carl Lewis che adottò un regime vegan già nel 1990, giocatori di calcio come David Carter (NFL), il rugbista italiano Mirco Bergamasco e le tenniste Serena e Venus Williams. E’ necessario comporre in maniera bilanciata la propria dieta in base all’attività fisica preferita (questo vale anche in caso di scelta onnivora) per essere in forma ed in forze sia in caso prediligiamo attività come la corsa, sia attività in sala pesi, pugilato, crossfitt, weightlifiting, etc.
# 7. Mito: I vegani soffrono di carenze di calcio
Verdure a foglia verde come rucola, radicchio, cicoria, cavolo riccio, carciofi, semi di lino, sesamo, nocciole, mandorle, soia e molti altri alimenti vegetali sono naturalmente ricchi di calcio. Includere tutti questi alimenti aiuta ad introdurre la quantità ottimale di calcio senza che la salute delle ossa venga compromessa, grazie anche ad altri nutrienti presenti all’interno di questi alimenti vegetali che aiutano il corpo umano nell’assorbimento del calcio. L’osteoporosi è di fatto più diffusa nei Paesi dove si assume la maggior quantità di calcio da fonti animali, poiché le proteine animali acidificano le urine non permettendo l’assorbimento del calcio che viene invece eliminato.
# 8. Mito: I vegani sono dei moralizzatori
La maggior parte delle persone vegane vive la propria quotidianità senza improvvisarsi a moralizzatore o predicatore del proprio stile di vita. Tuttavia, capita che chi non è vegan si senta automaticamente giudicato ponendosi sulla “difensiva” e accusando i vegani di obbligarli alla scelta vegan. Tolto qualche raro caso, chi è vegan (nonostante non sia d’accordo con la scelta onnivora) non impone le proprie idee, anzi cerca sempre di trovare un punto di incontro che aiuti nel dialogo.
# 9. Mito: I vegani sono carenti in vitamina B12
La B12 è una vitamina importantissima per il nostro metabolismo che il nostro corpo non produce e che proviene unicamente da batteri presenti nel terreno che contaminano i vegetali.
Non importa quale tipo di dieta si segue: la carenza di vitamina B12 può essere un problema sia per vegani, sia per onnivori. Questo perché non viviamo più in uno stato di natura dove bastava cibarsi di vegetali per procurarsela: purtroppo oggi i terreni vengono sempre più sfruttati senza mai essere messi a riposo ed utilizzando sostanze che li privano delle sostanze nutritive, inoltre le norme da rispettare relative alle pratiche di igiene annullano la presenza dei contaminanti tra cui la B12.
È per questi motivi, insieme ad altri fattori, che in generale il nostro corpo non è in grado di avere scorte adeguate di B12 e l’integrazione attraverso integratori di sintesi batterica (ovvero batteri coltivati in laboratorio) è consigliabile sia a vegani che ad onnivori.
# 10. Mito: Essere vegan è da antisociali e hippie.
Nel mondo esistono diverse comunità vegan, create esclusivamente per supportare altri vegani.
Grazie alle moderne tecnologie, indipendentemente da dove si vive, si ha modo di connettersi con gruppi e persone vegan o vegan friendly. Ciò dà vita a nuovi incontri, conoscenze ed esperienze di condivisione.
L’immagine del vegano legata all’idea dell’hippie con capelli lunghi, fiori e chitarra in mano non ha una reale base, poiché i vegani hanno tutti origini molto diverse tra loro. Basta frequentare uno dei migliaia di festival che si svolgono in tutta Europa (Italia compresa) per rendersi conto che si possono incontrare bodybuilder, insegnanti yoga, amanti di musica rock oppure reggae, oppure fashion addict , etc..
Come probabilmente immaginerete ci sono molti altri miti sui vegani, ma ho cercato di sfatare solo alcuni di quelli principali. Come per ogni cosa, per valutare la validità di un fatto o di un altro, è importante essere sempre molto critici circa le informazioni che si ricevono, studiando e controllando le fonti più affidabili. Le generalizzazioni sono spesso un segnale che la verità può essere scomoda.
Consiglio sempre a chi vuole diventare vegan di non smettere mai di ricercare le fonti più attendibili ed accurate, poiché spetta solo a noi stessi essere informati e quanto più si conosce, tanto più si può contribuire a fare una corretta informazione.
Le coltivazioni di soia stanno distruggendo l’ambiente e le foreste pluviali, l’alimentazione vegan non è quindi così ecostostenibile. (Rita – Napoli)
Una persona che consuma una dieta vegana richiede meno di un terzo del terreno necessario per soddisfare una dieta che includa carne, latticini ed uova. Se è vero che vaste aree di foresta pluviale vengono abbattute per fare spazio alla produzione di soia, la quantità di soia raccolta per gli esseri umani è nulla in confronto alla quantità di soia coltivata e destinata agli allevamenti. Secondo Cowspiracy: The Secret sostenibilità, fino al 70% della soia che cresce a livello mondiale serve per nutrire gli animali negli allevamenti intensivi. Ciò significa che produciamo molta più soia di quella che in realtà sarebbe necessaria se ne consumassimo solo per il fabbisogno umano. Se a ciò uniamo che i terreni forestali vengono spazzati via ogni giorno per dare spazio al pascolo del bestiame, è possibile affermare che è l’agricoltura animale ad essere la principale causa di deforestazione della foresta pluviale. A contribuire al disastro ambientale ci sono altri fattori da non trascurare come le emissioni di gas metano, l’esaurimento delle scorte di acqua e le fuoriuscite di sostanze tossiche legate all’agricoltura animale.