La crescente richiesta globale nei confronti delle istituzioni per prendersi le proprie responsabilità ed arrestare il cambiamento climatico è impossibile da ignorare. Poco meno di un anno fa (ottobre 2018) uno studio dell’Università di Oxford afferma che le diete ben bilanciate e prevalentemente a base vegetale possono migliorare i livelli dei nutrienti, ridurre di oltre il 20% i decessi prematuri per malattie croniche, ridurre le emissioni di gas serra, l’applicazione di fertilizzanti e l’uso di colture e acqua dolce a livello globale e nella maggior parte delle regioni. I ricercatori di Oxford hanno analizzato il 90% di tutti gli alimenti consumati e hanno scoperto che la produzione di carne e prodotti lattiero-caseari è responsabile per un totale del 60% delle emissioni di gas a effetto serra provenienti dall’industria agricola, superando di gran lunga le emissioni dagli alimenti vegetali come ortaggi, legumi, frutta e verdure. La carne bovina, in particolare, è responsabile di 20 volte in più delle emissioni di gas serra rispetto alle proteine vegetali.
L’UNIVERSITÀ DI LONDRA HA ELIMINATO LA CARNE DI MANZO
Sulla scia dello studio di Oxford, l’Università di Londra Goldsmiths (foto pagina accanto) ha vietato la vendita di tutti i prodotti a base di carne bovina nei suoi campus, impegnandosi a diventare carbon neutral entro il 2025. L’università conta un totale di circa 10.000 studenti iscritti e recentemente ha scoperto che la propria carbon foot print era giunta a livelli eccessivi: 3,7 milioni di kg di emissioni di carbonio ogni anno. Studenti, personale e docenti della Goldsmiths hanno quindi preso seriamente la questione, condividendo lo spirito della nuova direttrice del college, Frances Corner, secondo la quale l’emergenza climatica non può rimanere una mera e vuota dichiarazione di constatazione, ma devono seguire delle azioni concrete. È per questo che la Goldsmiths si assume le proprie responsabilità, partecipando attivamente ad eliminare il proprio contributo ai cambiamenti climatici. Oltre al divieto di prodotti a base di carne di manzo, Goldsmiths ha imposto una tassa di 12 centesimi su tutta l’acqua in bottiglia e bicchieri di plastica monouso per scoraggiarne l’uso, installerà più pannelli solari nel campus e passerà ad un fornitore di energia pulita al 100% in brevissimo tempo. Inoltre l’università continuerà nella sua azione di riduzione dell’impatto climatico investendo nelle sue proprietà, identificando luoghi idonei per seminare e coltivare piante per assorbire maggior anidride carbonica ed introdurrà gli studenti a moduli educativi con oggetto i cambiamenti climatici e quale il ruolo che possono assumere gli individui e le organizzazioni nella riduzione delle emissioni di carbonio. Tra gli impegni assunti dall’università, la decisione di non detenere più investimenti in aziende che generano più del 10% delle proprie entrate dall’estrazione di combustibili fossili, già a partire dal prossimo dicembre.
CALIFORNIA E NEW YORK CITY, I MODELLI AMERICANI ECOCOMPATIBILI
Muse School, scuola vegan in California
Ispirandosi all’intraprendenza della direttrice Frances Corner, 53 mila studenti dell’Università della California hanno sottoscritto una petizione online lo scorso settembre: chiedono la messa al bando della carne rossa da tutti gli esercizi di ristorazione dell’università. L’Università della California è uno dei più grandi sistemi universitari al mondo e rappresenta quasi 300.000 studenti, le conseguenze di un semplice cambiamento come questo, scaturirebbero un enorme impatto positivo. In realtà in California esiste già una scuola improntata sulla sostenibilità: si tratta di MUSE School fondata nel 2006 a Calabasas da Suzy Amis Cameron, suo marito, il regista Premio Oscar, James Cameron e sua sorella, Rebecca Amis. Il modello educativo della scuola è focalizzato sulle tematiche ambientali, sulla sostenibilità e prevede lezioni specializzate che incoraggiano una vita eco-compatibile insegnandone i principi già in tenera età sino ad arrivare all’adolescenza. La MUSE School offre pasti completamente vegani secondo i principi del modello “OMD: One Meal a Day, for the planet”, di cui si possono trovare le linee guida nel libro scritto da Suzy Amis Cameron (foto qui sopra) “OMD:The Simple, Plant-Based Program to Save Your Health, Save Your Waistline, and Save the Planet”. Tra i programmi educativi alla base di Muse School, troviamo il “Seed to table”: nei campus sono presenti oltre 140 orticelli, realizzati con materiali di recupero. Gli studenti scelgono le varietà di piante da coltivare, provvedono alla semina, se ne prendono cura, producono e raccolgono per il ristorante della scuola “Muse Kitchen” e per i ristoranti partner della comunità. Suzy Cameron ha spiegato perché ha deciso di aprire una scuola vegan “Una persona che consuma un pasto a base vegetale al giorno, per un anno intero, risparmia 200.000 litri d’acqua e una quantità di carbonio pari a quello emesso guidando da Los Angeles a New York … Ogni volta che i nostri studenti guardano ciò che stanno mettendo nei loro piatti, sanno che questo può fare la differenza. Ciò li responsabilizza molto…” Ai bambini viene quindi insegnato perché alla Muse School mangiano vegetale e le diverse implicazioni positive per l’ambiente. “Muse – aggiunge Suzy Amis Cameron – è nata perché volevo una vera esperienza educativa per i miei figli, che nutrisse le loro passioni e stimolasse le loro curiosità e la mission è proprio quella di Ispirare e preparare i giovani a vivere coscientemente con se stessi, gli altri ed il pianeta…” Oltre ad offrire piatti 100% vegan, la scuola Muse è alimentata con un impianto ad energia solare ed è zero waste. Grazie al positivo riscontro avuto in tutti questi anni, Muse School oggi offre la possibilità del franchising nazionale ed internazionale. La prima nuova sede in franchising “Muse Global School” aprirà i battenti a Settembre 2020 nella Bay Area di San Francisco, California. Sarà di proprietà e gestita dalla coppia locale Goly e John Casey. Goly Casey è già proprietaria e direttrice di una scuola materna privata nella zona, mentre John Casey è senior manager di un’azienda tecnologica; entrambi cercano di incoraggiare i giovani verso una maggiore attenzione all’ambiente e alla società.
NEW YORK PONE FINE AI TRADIZIONALI HOT DOG E BACON NELLE SCUOLE PUBBLICHE
Il Consiglio cittadino di New York ha approvato la messa al bando di tutte le carni processate dalle mense scolastiche, invitando quindi il Dipartimento della Pubblica istruzione a bandire hot dog, bacon, affettati e qualsiasi altro tipo di carne processata, affinché le scuole pubbliche di New York City offrano scelte alimentari sane e meno gravanti sull’ambiente. Questo è uno degli importanti passi intrapresi dal New York City Council, che già nel 2017 introdusse un’opzione vegan nei menu di oltre 1200 scuole della città invitandole ad aderire alla campagna internazionale del “Meatless Monday” (lunedì senza carne). Una proposta estesa a tutte le 1700 scuole pubbliche della città ad inizio di quest’anno che, per l’appunto, di lunedì non servono più piatti a base di carne. Queste azioni rientrano nel programma “Green New Deal” del sindaco di New York Bill de Blasio, che mira a ridurre le emissioni di gas serra della città del 30% entro il 2030. La messa al bando di hot dog e carni processate da tutte le mense pubbliche delle scuole, ospedali e carceri ha come obiettivo di azzerare gli acquisti di carni processate per le medesime strutture entro e non oltre il 2040 “…per migliorare la salute dei newyorkesi e ridurre le emissioni di gas serra“, dice il sindaco, Bill de Blasio “…e per mantenere i nostri pranzi ed il nostro pianeta il più green possibile a favore delle generazioni future…”. Eric L. Adams, presidente del distretto di Brooklyn, appoggia in pieno la mossa green del sindaco “…Sulla base delle diverse dimostrazioni scientifiche, non possiamo più dare da mangiare ai nostri bambini tutte queste sostanze che aumentano il rischio di cancro…”. Proprio grazie a lui, New York City diede il via ai primi esperimenti di “Meatless Monday” nelle scuole di Brooklyn, quando Eric L. Adams rivelò la sua svolta vegana-salutistica, dopo aver scoperto di soffrire di diabete.
L’UNIVERSITÀ PIÙ LONGEVA DEL PORTOGALLO SARÀ A EMISSIONI ZERO ENTRO IL 2030
Se New York rappresenta, a livello internazionale, un importante trampolino di lancio nell’educazione pubblica per la promozione delle diete a base vegetale, il modello europeo dell’Università di Goldsmiths sembra essere il più organizzato ed avanzato. Sulla stessa linea britannica troviamo anche l’antica Università di Coimbra in Portogallo; anch’essa ha messo al bando la carne rossa e la plastica monouso come cannucce, bicchieri, posate e bottiglie in plastica a partire dal prossimo gennaio 2020 in tutti i 14 esercizi di ristorazione universitari. La decisione presa del direttore Amílcar Falcão mira alla sensibilizzazione dei propri studenti, docenti e tutto il personale universitario nell’ottica di rendere Coimbra la prima università portoghese ad emissioni zero entro il 2030. “…Stiamo vivendo una vera e propria emergenza climatica ed è nostro dovere bloccare questa catastrofe ambientale…” asserisce il rettore Amilcar Falcão. Tra le importanti azioni green intraprese dall’Università di Coimbra, l’invito agli studenti di sostenere il programma universitario “UC Plantas”, ovvero piantare alberi nel giardino botanico dell’ateneo, per poi farli crescere e trasferirli in aree verdi della regione, devastate da incendi o alluvioni. Inoltre, verranno sostituiti i prodotti in plastica del “kit di benvenuto” fornito ai nuovi studenti con altrettanti prodotti in metallo; verranno posizionati diversi pannelli fotovoltaici e contenitori per la raccolta differenziata in tutte le residenze universitarie.
LA SVEZIA, MODELLO FORMATIVO AMBIENTALE SIN DALLA TENERA ETÀ
L’impegno dell’università di Coimbra e di Londra è davvero incoraggiante: sono un puro modello istituzionale che non si ferma soltanto a dichiarare l’emergenza climatica, ma sta cercando di porvi fine o quantomeno a rallentarla, agendo in modo diretto per la salvaguardia del nostro futuro e quello dei nostri bambini. È altresì importante che già in tenera età i ragazzi vengano formati ed educati sulla questione ambientale, proprio come fa la scuola californiana Muse.
Un altro straordinario esempio educativo (stavolta europeo) per bambini e ragazzi dai 6 ai 15 anni, è proposto dalla scuola Waldorf Hagaskolan, la prima, e presumibilmente unica, scuola vegan in Svezia e di tutti i paesi nordici. Posizionata vicinissimo allo splendido parco Hagaparken di Solna, poco fuori Stoccolma, Hagaskolan fu originariamente fondata nel 2006 nel centro di Stoccolma e trasferita nella posizione attuale nel 2018, anno in cui la scuola è diventata vegan.
L’essenza della filosofia educativa Waldorf (steineriana) ha un profondo interesse per la natura e l’ambiente. Diventando una scuola plant-based e vegan a tutti gli effetti, Hagaskolan ha attualizzato l’interesse ed impegno ecologico creando un modello educativo attinente allo stile di vita nonché alle problematiche del 21° secolo.
La scuola è un’organizzazione non profit e nasce dall’idea di tre mamme, Louise Kistner, Anna Waldenström e Sara Thavenius le quali, sedute al parco di Djurgården di Stoccolma mentre i loro bimbi giocavano, pensarono a quanto sarebbe stato meraviglioso far crescere i propri bambini nel verde, lontano dallo stress, dall’asfalto e dall’inquinamento cittadino. Dopo anni di lavoro, nel 2005 inaugurarono la prima sede. La scuola oggi comprende uno staff di 28 persone e ha 185 studenti iscritti. Tutti i cibi serviti sono vegan, selezionati e preparati con attenzione, rivolgendo un accurata scelta verso le materie prime biologiche e di stagione. Il gruppo gestisce anche un asilo nido, il Vanadislundens förskola, sito a Stoccolma, anch’esso vegano. Il programma della scuola prevede un lavoro di insegnamento attivo e costante sulla consapevolezza ambientale.
Molte delle lezioni si svolgono all’aperto e gli studenti imparano tutto dalla coltivazione, dall’interazione umana con la natura. Inoltre parte del programma verte su materie come la musica e l’artigianato, con particolare attenzione ai materiali usati, spesso di riciclo e quindi ecosostenibili. Il clima scolastico è familiare ed accogliente, volto a formare i piccoli studenti in persone adulte libere e responsabili, che possono fare la differenza nel loro e nostro futuro.
Arrestare la catastrofe climatica ed ambientale annunciata è possibile. Lo possono fare tutti, nessuno escluso. Le istituzioni come queste scuole ed università sono delle strutture fondamentali che stanno compiendo dei passi incredibili e che sono un modello educativo per tutti.
Se possono apportare cambiamenti nelle loro strutture, affinché migliorino le condizioni del nostro pianeta, allora anche tante altre organizzazioni ed ogni singolo individuo possono trarne ispirazione per un’azione diretta.