Cucinare vegan non è la moda del momento, ma l’impellente necessità di perseguire un momento etico che mai come in questi momenti è essenziale. Un cambio che include non solo la sfera etica, ma anche salutistica del benessere, che coinvolge l’essere umano in primis come detentore delle sorti del Pianeta Terra e di tutti i suoi abitanti.
È vero, la forza della natura, soprattutto nelle sue espressioni più violente, non è facilmente governabile dall’uomo, anzi sovente è l’uomo a subirla, ma spesso tutti gli eventi più catastrofici come uragani, incendi, a causa delle bombe d’acqua, terremoti, etc… avvengono a causa dell’attività dell’uomo che li conduce a forme sempre più aggressive.
DIMINUIRE CARNE E DERIVATI TREND IN CRESCITA SU SCALA MONDIALE
Secondo un recente sondaggio della FMCG Gurus, un terzo della popolazione mondiale sta seguendo una dieta basata sulla moderazione o eliminazione di carne e derivati, prediligendo il consumo di prodotti vegetali come frutta, verdura, legumi e le più o meno recenti proposte vegetali sul mercato, al fine di vivere in maniera più sostenibile e salutare. I pasti o snack vegetali devono contribuire alla riduzione degli sprechi ed al contempo essere genuini e semplici, ma senza rinunciare al gusto.
La cucina vegetale è quindi di grande interesse a livello globale, tale da diventare il mezzo per il cambiamento, per riscrivere le tradizioni culinarie e proporsi come nuovo modello più consapevole. Cucinare vegan quindi non è solo unire sapientemente gli ingredienti, equilibrando i sapori e creando piatti gustosi, ma una forma di attivismo profondo, che trova nelle sue radici la ricerca di una convivenza pacifica tra tutti gli abitanti della Terra (umani e non).
CUCINARE VEGAN E ATTIVISMO CULINARIO
“Siamo ciò che mangiamo” affermò il filosofo Ludwig Feuerbach. Ne consegue che siamo ciò che non mangiamo: scegliere di non consumare carne, pesce, uova, latte e derivati apre i nostri orizzonti per un futuro di vita ad un livello superiore, il rispetto di ogni essere vivente è un cambiamento che eleva la nostra natura, praticare la non violenza, sarà la chiave per l’avvenire dei nostri figli. Cucinare vegetale e quindi abbandonare sfruttamento e violenza, è quindi un’espressione di attivismo etico, che ci obbliga ad essere soggetti attivi nel fare acquisti e in ciò che mangiamo, ad interrogarci su quali fonti di cibo sano migliori per noi, sulla loro provenienza e quale impronta ecologica può avere un prodotto, quale la più salubre e sostenibile, scegliendo di privilegiare le filiere corte e più etiche.
Essere proattivi dal carrello nel supermercato e ai fornelli, a come prepariamo i piatti per le nostre tavole è fondamentale. I professionisti della cucina vegetale e cruelty free assumono un ruolo essenziale in questo momento, perché anche grazie a loro è in atto la rivoluzione in cucina. Grazie al loro studio sugli ingredienti, sui metodi di lavorazione e cottura stanno riscrivendo i fondamenti per una cucina di INCLUSIONE, che non dimentica la tradizione e che stringe la mano ad innovazione e gusto, includendo genuinità e salubrità, abbandonando la violenza e lo sfruttamento.
LA CUCINA VEGETALE PER L’ARMONIA TRA I POPOLI, PER LA SALUTE E L’AMBIENTE
Hitoshi Sugiura, executive chef giapponese di Onodera Group sostiene che la cucina vegan deve nutrire con gusto ed essere alla portata di tutti: una cucina sociale.
L’azienda per cui lavora fornisce pasti in oltre 2.300 strutture da Hokkaido a Okinawa, come mense per dipendenti in uffici e fabbriche, dormitori, scuole, impianti sportivi, case di cura, ospedali, asili nido e strutture per persone con disabilità. Il progetto “1000 Vegan Project” è un’iniziativa portata avanti da Hitoshi Sugiura per fornire cucina vegana ad almeno 1000 di queste mense.
Al momento sono già impegnati nel fornire cucina vegetale a ben 276 case di cura per anziani e disabili e gradualmente diffonderanno questo progetto 100% veg a tutte le mense delle altre aziende, di cui una nota casa automobilistica giapponese, ad esempio, che ha già organizzato eventi privati in cui la cucina vegetale di è stata molto apprezzata.
Hitoshi Sugiura ha lavorato negli Stati Uniti per Joachim Spritchar, fondatore del Patina Restaurant Group: durante un evento nel 2009, rimase impressionato dalla diversità di cibo vegetariano, vegano, halal presente contemporaneamente sulla stessa tavola, con commensali provenienti da paesi diversi che rispettavano reciprocamente le culture di ciascuno.
Rientrato poi in Giappone nel 2013, decise di fondare una scuola di cucina vegana, per diffondere maggiormente questa realtà in Giappone.
Nel 2017 è stato selezionato come uno dei migliori 8 chef del concorso mondiale di cucina vegetariana “The Vegetarian Chance” in Italia e nel 2019 ha ricevuto il primo “Chef Award” al “Vegetarian Award” in Giappone.