Nel dicembre del 2021 Laura Bosetti Tonatto ha aperto il suo secondo negozio al centro di Roma, ha creato una nuova fragranza per la casa, e sette profumi per gli alberghi Belmond. Più recentemente, nel marzo 2022, ha creato un nuovo profumo ispirato dal balletto per festeggiare il giorno nazionale del profumo (il 21) e promuovere il patrimonio artistico e culturale italiano.
Ci racconti in breve la sua carriera.
Lavoro in questo campo dal 1986. Sono il primo “naso” in Italia a creare fragranze personalizzate e ancora oggi sono una dei pochi “nasi” donna nel mondo.
Ho iniziato la mia carriera in via Brera a Milano.
Dopo poco tempo fra miei clienti contavo Armani, Carolina di Monaco, Ornella Muti, Ornella Vanoni, Isolde Kostner, Francesco Totti e VIP da tutto il mondo.
Poi ho iniziato a collaborare con Unilever e L’Oréal, ma le multi-nazionali non fanno per me perché non informano “il naso” circa la compagnia cosmetica, loro cliente, che ha richiesto la nuova fragranza e il richiedente non conosce quale “naso” è stato scelto dalla multi-nazionale per crearlo. Questa segretezza mi bloccava la creatività. Devo lavorare direttamente col mio cliente, non attraverso intermediari.
Quali basi culturali sottendo alla creazione dei suoi profumi?
Dal 1993 organizzo mostre e tengo seminari sulla storia del profumo e su come creare delle fragranze storiche usando testi antichi, medievali, rinascimentali e napoleonici. Inoltre, dal 2006, sono professore aggiunto all’Università di Ferrara. Nel programma post-laurea insegno “Profumi: l’Arte e la Produzione” e “Aromacologia”. Ho ricevuto tanti riconoscimenti dai governi italiani e francesi, dall’Accademia Francese a Roma e dall’UNESCO.
Il suo primo ricordo di un profumo piacevole?
Sono tutti associati alla mia nonna paterna Ippolita. Era un’artista. Abitualmente le portavo “Mitzouko” di Guerlain. Aveva un mobiletto pieno di profumi e di essenze: il più esotico era di rosa bulgara.
Sua nonna aveva un senso dell’olfatto particolarmente sviluppato; ha capito che l’aveva ereditato anche lei e l’ha incoraggiata a sviluppare questo suo dono?
Sì, mi accompagnava alle mie lezioni di balletto classico e mi elencava tutti i diversi odori: la resina da strofinare sulle suole delle scarpette per non farci cadere; la cera d’api per lucidare il pavimento e i nostri attrezzi di legno; il sudore delle altre allieve. Mi cautelò: “Stai attenta! Non tutti capiranno la tua passione per i profumi. Non farci caso, segui il tuo cuore e semina i semi di questo tuo talento, che condividiamo”.
All’età di 18 anni, durante una visita a suo zio Samir al Cairo, ha deciso di dedicare la sua vita ai profumi. È nata e cresciuta a Torino, come mai aveva famiglia al Cairo?
Samir Karrara, un egiziano, ha sposato la sorella di mamma: si sono conosciuti mentre lui studiava ingegneria a Torino. Era un genio; parlava sette lingue e disegnava viadotti, ponti e strade in tutto il mondo. Dall’Indonesia mi mandava lettere contenenti fiori e farfalle pressati. Conoscendo la mia passione per i profumi, m’invitava spesso al Cairo e finalmente, a 18 anni, sfidando il divieto di mio papà, sono riuscita a partire. Il primo giorno lo zio mi ha accompagnata al bazar Khan-el-Khalili, in quella strada foderata da botteghini di profumieri. In Egitto tutte le donne, non soltanto le ricche, portavano e continuano a portare profumi personalizzati.
Mio zio mi ha presentata ad un “naso” talentuoso, quarantenne, molto bello, di nome “Hassan”. Andavo da lui tutti i giorni finché finalmente ha acconsentito ad aiutarmi. Gli devo l’80% del mio talento.
Dove ha studiato dopo Cairo?
A Grasse, in Provenza, dove ho imparato le tecniche, le formule e le regole europee, ma l’intensità travolgente delle essenze medio-orientali non esiste altrove.
Dopo Hassan, chi sono stati i suoi altri mentori?
A Grasse Serge Kalouguine e soprattutto Guy Robert, uno dei più bravi “nasi” di tutti i tempi. Era particolarmente fiero di me perché ero il primo “naso” a creare profumi ispirati da opere d’arte.
La mia prima creazione in questo campo, “Artemiris”, risale al 2004 ed era ispirata dal dipinto “Aurora” (1627) di Artemisia Gentileschi, tuttora in una collezione privata a Roma.
L’anno dopo, Michail Piotrovskij, direttore dell’Hermitage, mi ha chiesto di creare un profumo che traeva ispirazione dal suo “Liutaio” di Caravaggio. Era la svolta decisiva della mia carriera. Adoro Caravaggio per i tanti rebus nascosti nei suoi quadri.
Dopo dieci anni, nel 2015, ho creato “La Lavanda di Leonardo”, basata su una ricetta che Da Vinci aveva nascosto nel testo del suo “Codice Atlantico” (Foglio 807r, Vol. III). Poi, nel 2019, Piotrovskij mi ha chiesto di creare un profumo questa volta ispirato da “Flora” di Francesco Melzi, il discepolo prediletto di Leonardo.
Come crea le sue fragranze?
Creo la formula nel mio studio, vicino al mio primo negozio in Via dei Coronari. Alcune sono perfette dall’inizio; altre non lo saranno mai. Quando sono soddisfatta, registro la formula e ne mando 5 grammi a Grasse. Lì producono 100 chili della sua essenza.
Dopo la mia approvazione del campione, le fragranze vengono prodotte nel mio laboratorio a Verona. Mi rivolgo sempre a Grasse per realizzare le mie essenze perché con i procedimenti che lì si attuano, non si ossidano mai. Le mie fragranze hanno i colori dei loro ingredienti; non uso mai coloranti.
Quanto tempo durano?
Un’essenza può durare massimo sei mesi; un profumo tanti anni perché alla sua essenza è aggiunto alcol, uno splendido conservante inodore.
La qualità di un profumo dura soltanto se è conservato lontano da fonti di calore.
Quanti profumi ed altri prodotti vende?
Oltre 800. Più di 55 dei miei profumi sono abbinati a creme per il viso e per le mani, lozioni per il corpo, saponette, shower gel, cosmetici, disinfettanti per le mani, candele e profumi per ambienti. Amo tutti i miei profumi: sono i miei figli e quasi tutti sono disponibili sul mio sito web: www.essenzialmentelaura.it.
Produce anche fragranze per dei clienti privati, vero?
Certamente. La mia cliente più prestigiosa era e rimane Elisabetta II d’Inghilterra. Ho impiegato un anno (2008) per perfezionare la mia prima fragranza per lei. Ne ho create dodici; lei ha ristretto la scelta a quattro possibilità e poi ad una: rosa e ambra.
Soltanto io conosco la formula; non posso farla profumare a nessuno! Poi, nel 2011, il consolato britannico a Roma mi ha chiesto di creare un altro profumo per i festeggiamenti del 60esimo anniversario del suo regno. Si chiama “Lilibet”, il suo soprannome in famiglia.
Anche diverse principesse dell’Arabia Saudita sono tra i miei clienti privati. Loro mi hanno fatto conoscere la rosa Taif, che cresce nel deserto a 50 °C durante il giorno e -10 °C durante la notte.
M’invitano ogni anno per la raccolta e mi regalano un chilo di petali per creare delle nuove fragranze.
Come le principesse lei aiuta anche molte donne e bambini?
Sì, le principesse dirigono una fondazione chiamata “Alnagda” che significa “rinascita” e aiuta le donne abbandonate o maltrattate e le vedove povere con bambini da crescere da sole. Non esistono delle imposte sul reddito in Arabia Saudita, ma tutti devono donare il 10% del proprio guadagno annuale in beneficienza.
Quando abitavo ancora a Torino, tenevo corsi per le carcerate su come produrre profumi: li vendevamo nelle profumerie più eleganti della città.
Questo progetto mi commuoveva tanto perché le carcerate, anche adesso, non possono portare profumi, in quanto le bottigliette sono fatte di vetro e l’alcol è infiammabile. Dal 2000 creo una collezione di fragranze per la casa chiamata “Sotto lo stesso cielo”; il ricavato delle vendite sostiene OAF-1- Organizzazione di Aiuto Fraterno, un no-profit con sede a Torino, che aiuta bambini e ragazzi poveri in Italia e nel Terzo Mondo, soprattutto in Brasile e in Mozambico.
Alberghi che le hanno commissionato fragranze?
Tanti: San Clemente Palace sull’isola omonima della laguna veneziana (2003); il Park Hyatt a Milano (2003), votato da WALLPAPER come migliore fragranza di tutti i tempi; il Danieli di Venezia (2008); e la mia collezione Mytha Scent Anthology (2016) di sette fragranze per gli alberghi del Doğus Group del multi-miliardario turco Ferit Şahenk: D-Maria Bay in Dacia, Capri Palace, Aldovrandi a Roma, Villa Magna a Madrid, Argos in Cappodocia, Villa Dubronik e Il Riccio Beach House a Bodrum.
Altri suoi clienti oltre ai privati, ai musei e agli alberghi?
Diversi produttori di vino, Lancia, fragranze citate nella letteratura per la libreria Waterhouse a Londra, Rolls Royce, le penne Montegrappa, fragranze ispirati dal cinema per la rivista Panorama, una fragranza ispirata dalla Primavera di Botticelli per l’Ambasciata italiana a Tokio, le penna Montblanc, fragranze ispirate dall’opera lirica italiana per il 200esimo anniversario di Ricordi, Vinitaly e Nespresso per citare soltanto alcuni.
Oltre all’Hermitage, ha collaborato con i Musei Vaticani?
Sì, nel 2020 i Musei Vaticani mi hanno commissionato tre fragranze, adesso in vendita lì e nei miei due negozi. Giardini (rosa e gelsomino) è ispirato dai giardini vaticani; Terra Marique (un misto di fiori, fiori d’arancio, boschi, erba e mare) dalla Galleria delle Mappe e Anima Mundi (pellame, legno, e miele) dal Museo Etnologico.
Le sue ultime creazioni?
Il profumo per l’ambiente “Laudemio”, un misto della flora e dei frutti negli oliveti “Frescobaldi”: ha lo stesso nome dell’olio d’oliva Frescobaldi. Poi una collezione di profumi, “Memorie Essenziali” per gli alberghi Belmond: lo Splendido di Portofino, il Caruso di Napoli, Villa San Michele a Firenze, il Cipriani a Venezia, e il Timeo a Taormina. Come i miei profumi per il Gruppo Doğus, devono ricordare questi luoghi all’ospite anche dopo la sua partenza.
I “nasi” hanno doti simili a quelle dei sommelier, quali sono i suoi vini preferiti?
Sauvignon Blanc dalla Cantina Baron de Ladoucette nella Valle della Loira; “Romanée Conti”, un rosso molto speciale della Borgogna; e “Nipozzano” di Frescobaldi, un Chianti splendido.
Un odore che non le piace?
Quello delle macellerie.
I suoi piatti preferiti?
Da buona torinese da sette generazioni, i piatti tipici piemontesi: agnolotti gobbi, il bollito con tutte le sue varie salse, il bunet, ma amo anche la cucina siciliana: gli agrumi e le tante spezie.
Le sue cucine estere preferite?
Tailandese, libanese, indiana, marocchina, quando posso. Amo il mondo.
Quindi ama viaggiare. Le sue destinazioni preferite?
Le isole Fiji; Al Ula, un sito archeologico simile a Petra ma poco conosciuto in Arabia Saudita; le isole Farasan anche in Arabia Saudita, e San Pietroburgo.
Rosso è il suo colore preferito e la rosa è il fiore che ama?
Sì. Il mio mentore Guy Robert mi ha insegnato che per creare un profumo servono soltanto due ingredienti, ma uno deve essere una rosa. Ci sono tanti tipi di rose con tante fragranze diverse tra cui si può scegliere. Ogni paese ha la sua rosa. C’è l’imbarazzo della scelta. Alla rosa si può aggiungere ambra, bergamotto, violetta, rughetta; ogni profumo appartiene ad un mondo tutto suo.
Molti dei suoi profumi sono stati ispirati da opere d’arte; ha una collezione?
Sì, quadri di Santa Maria Maddalena, la santa patrona di profumieri. La maggioranza di miei quadri risale all’epoca barocco/romana.
Dietro il banco del mio negozio, in Via dei Coronari 57, c’è un foto-collage dei miei quadri, riprodotti in piccolo su una carta che usiamo per confezionare i nostri pacchetti.
Molte donne portano sempre lo stesso profumo; lei?
Mi piace auto-provare alcuni dei miei profumi, ma di solito porto sempre lo stesso da 40 anni. L’ho creato in Egitto. I suoi componenti sono: muschio, ambra, fiori d’arancio e tuberosa. Posso cambiare le loro percentuali, ma i componenti rimangono gli stessi.
Non lo vendo. È mio!
Essenzialmente Laura di Laura Bosetti Tonatto
Via dei Coronari, 57
Via di Campo Marzio, 35
00186 Roma
www.essenzialmentelaura.it