Ammonta ad 800 milioni di euro il conto complessivo dei rincari su materie prime, trasporti ed energia per il comparto vino. Una bolletta salata che, secondo l’inchiesta esclusiva del Corriere Vinicolo, rischia di incidere pesantemente su redditività e competitività delle aziende italiane, già impegnate a fare i conti con la pressione al rialzo dei prezzi dovuta ad una vendemmia scarsa in quantità e promettente per qualità delle uve. Stando alle elaborazioni del settimanale dell’Unione italiana vini (Uiv), che nella prima puntata dell’approfondimento (n. 31 del 4 ottobre) ha quantificato tra il 20 e il 60% l’incremento dei costi elle materie prime, gli effetti combinati del blocco produttivo dovuto alla pandemia e della ripartenza a doppia cifra interesserà il settore vitivinicolo almeno fino ai primi mesi del prossimo anno, quando – nelle previsioni più ottimistiche – il mercato dovrebbe riequilibrare le tensioni tra domanda e offerta. Nel frattempo, il trade-off tra marginalità delle imprese e portafoglio dei consumatori resta un’incognita.
Dopo un primo approfondimento con l’analisi geopolitica dell’Ispi e le testimonianze dei responsabili delle associazioni di categoria degli importatori e trasformatori delle singole materie prime, il nuovo numero del Corriere Vinicolo si concentra sulle strategie di risposta degli imprenditori, nella diversità e specificità di economie di scala e approcci al mercato delle forniture. A dipingere un quadro complessivo serio e preoccupante, le riflessioni di Alberto Cortese e Davide Magnone (Gancia), Enrico Gobino (MGM – Mondodelvino), Bruno Cordero (Terre da Vino), Rosario De Marchi (Cavit), Annalisa Botter (Botter Spa), Daniele Simoni ed Egidio Finazzer (Schenk), Corrado Casoli (Cantine Riunite & Civ), Lauro Giovannini (Terre Cevico), Lamberto Frescobaldi e Nicolò D’Afflitto (Marchesi de’ Frescobaldi), Giovanni Lucchesi (Ruffino), Antonio Rallo (Donnafugata) e Francesca Argiolas (Argiolas).
Per Paolo Castelletti, segretario generale Uiv: “L’aumento dei costi industriali sta ridimensionando la ripresa economica del settore, minando la redditività delle imprese nonostante le buone performance delle vendite. Per evitare che questa stangata economica si traduca un gap di competitività sui mercati è importante quindi che la politica e le istituzioni continuino a stimolare gli investimenti e la promozione”.