Buona la tenuta del comparto nonostante i dati ancora in calo secondo i due scenari ipotizzati dalla quinta edizione dell’Osservatorio del Turismo Outdoor realizzato da Human Company in collaborazione con THRENDS:
- Tra i 45 e i 49 milioni di persone sceglieranno l’outdoor in Italia per la prossima estate;
- Per il 55% si tratta di viaggiatori italiani: si accorciano le distanze e si riduce la booking window, ma le persone hanno voglia di “muoversi”;
- Calo moderato dei volumi del segmento tra il 14 e il 22%, con un recupero completo nel mercato domestico tra agosto e settembre;
- L’andamento dell’incoming di lingua tedesca per la Pentecoste a oggi rileva un calo del 17-18% sul Lago di Garda e del 35% sull’Alto Adriatico. Bassi i volumi per la costa toscana.
Nella prossima stagione estiva tra 45 e i 49 milioni di viaggiatori – per il 55% italiani – sceglieranno strutture all’aria aperta per le proprie vacanze in Italia. Positivo il dato complessivo che emerge dalle previsioni sul comparto nazionale della quinta edizione dell’Osservatorio del Turismo Outdoor a firma Human Company, gruppo fiorentino leader in Italia nell’ospitalità open air, realizzato in collaborazione con THRENDS, società specializzata in analisi e strategie nel settore Tourism & Hospitality.
Secondo i due scenari delineati dal report sul possibile andamento della domanda per l’estate 2021 dell’outdoor, inteso nel suo perimetro più ampio, ovvero quello che include oltre a camping, camping village e villaggi turistici, anche rifugi montani e agriturismi, il calo dei volumi nazionali del segmento si attesterà fra il -14% e il -22%, in confronto ai dati pre-Covid. Secondo Bruna Gallo, CCO Human Company: «Si tratta di una previsione che conferma nuovamente un calo rispetto al triennio 2017-2019, anche se – a dispetto del grave impatto subito dall’industria del turismo a livello mondiale – dimostra la resilienza del comparto dell’outdoor in Italia, sostenuta anche dalle sue caratteristiche intrinseche: la flessibilità delle soluzioni, la sostenibilità della spesa, il legame con i valori fondanti della vacanza, come lo svago e il contatto con la natura».
Secondo Giorgio Ribaudo, direttore THRENDS: «La prevalenza di un mercato internazionale di prossimità (Germania, Austria, Svizzera, Francia, Belgio) rende il segmento outdoor particolarmente pronto a reagire a uno shock di domanda come quello attuale. La quasi assenza di intermediazione, l’accessibilità in auto e le formule molto flessibili di alloggio, inoltre, garantiscono al segmento la possibilità di un’impennata nelle prenotazioni, che riteniamo si concretizzi soprattutto a cavallo fra il 15/05 e il 15/06. In ogni caso, l’attuale incertezza graverà di certo sulle performance di giugno. Questo mese registrerà un calo che purtroppo si prevede fra il -30 ed il -45% rispetto ai volumi storici 2017-2019. I messaggi e le azioni di questi giorni hanno un certo impatto anche sulla Pentecoste».
Due scenari per l’outdoor
Partendo dall’analisi della situazione delle restrizioni e delle vaccinazioni nei principali mercati incoming e utilizzando i dati Istat del triennio 2017-2019 come riferimento per lo storico del segmento – che nel periodo pre-Covid registrava in media circa 81 milioni di presenze e un valore di spesa di 4,3 miliardi di euro – il report ipotizza due possibili scenari per il turismo all’aria aperta: nel “best case”, con un allentarsi delle restrizioni al 30 aprile, la perdita di spesa complessiva sul territorio italiano equivarrebbe a 435 milioni di euro con 49 milioni di presenze, mentre nel “worst case”, qualora le restrizioni dovessero protrarsi sino al 30 maggio, la perdita raggiungerebbe i 686 milioni di euroa 45 milioni di presenze.
Lo scenario migliore sulle presenze dei primi 5 mercati esteri (Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Austria e Francia) evidenzia una perdita contenuta tra –19% e -29%, mentre il mercato domestico si attesta su -3,2%. Nel caso dello scenario peggiore, invece, si stima un calo delle presenze estere che va dal -27% di Germania e Austria al -34% dei Paesi Bassi, con il mercato italiano che arriva a toccare un calo del -13,8%. Tra le maggiori evidenze si segnala che la diminuzione della domanda italiana rimane comunque inferiore rispetto a quella estera, contrariamente al periodo pre-Covid, e porta a stimare per il mercato domestico un recupero completo ad agosto e settembre dei volumi storici nel best case.
D’altra parte, se la domanda estera è destinata a registrare significativi cali sui numeri pre-Covid con contrazioni maggiori tra giugno e luglio, mesi che soffrono dell’eccessiva vicinanza al periodo di possibile risoluzione della crisi pandemica, il differenziale fra i due scenari non è così significativo, in quanto alcuni importanti mercati “longhaul” avranno un recupero molto lento. Invece, per quanto riguarda i flussi di domanda dei paesi di lingua tedesca risulta molto utile considerare le rilevazioni sulla prossima Pentecoste, come termometro significativo dei flussi del mercato più rilevante per l’outdoor italiano. Rispetto al 2019 le strutture dell’Alto Adriatico (Bibione, Lignano, Caorle, Cavallino) stanno guadagnando prenotazioni con tassi di occupazione vicini al 50%, nonostante il calo complessivo del 35%; la zona del Lago di Garda, registra un on-the-book più basso del 17/18%, mentre rimangono molto bassi i volumi per la costa della Toscana, dove le prenotazioni si accumulano con maggior lentezza.
Fattori di impatto 2021
In generale la tensione verso il ritorno alla normalità del viaggiare è visibilmente presente sul mercato e un confronto con la passata stagione estiva evidenzia come, in un contesto di maggiore sicurezza e tranquillità dal punto di vista sanitario, le persone vogliano “muoversi”.
In questo quadro si confermerà la tendenza a ridurre la distanza degli spostamenti, anche subito dopo l’allentamento delle restrizioni, privilegiando mete domestiche o nazioni confinanti e restringere la booking window, tra la prenotazione e il soggiorno. Un’ulteriore tendenza rilevata nel 2020 che si ripeterà è quella della ricerca di una vacanza all’insegna del contatto con la natura, magari fuori da mete rinomate, per cercare luoghi più tranquilli e meno affollati e attività open air.
Sulla scorta dai dati registrati nella passata stagione, la nuova edizione dell’Osservatorio conferma la resilienza di un comparto del turismo in Italia, che dopo la costante crescita negli anni pre Covid nel contesto pandemico ha vissuto una vera e propria un’accelerazione. Puntando su qualità e innovazione, il segmento dell’open air è riuscito a guadagnarsi un interesse sempre maggiore da parte degli italiani che nella formula dell’outdoor trovano la risposta ideale alle nuove esigenze ed aspettative: un’esperienza di soggiorno a contatto con la natura in totale sicurezza e datata di ogni comfort.
Conclude Luca Belenghi, CEO di Human Company: «La nuova edizione dell’Osservatorio del Turismo Outdoor conferma il trend positivo già rilevato nella passata stagione, evidenziando una crescente fiducia della clientela, in particolare italiana, nei confronti dell’ospitalità open air. Siamo convinti che il mercato domestico possa costituire una base importante dalla quale ripartire con ottimismo e prudenza per l’estate 2021. Crediamo in un recuper, che sarà senza dubbio graduale, verso una “nuova normalità”. Nel complesso, dopo un primo semestre molto complesso, ci attendiamo a partire da giugno un incremento del fatturato rispetto allo scorso anno, che significa in buona sostanza graduale ripresa sui periodi di spalla e tenuta sull’alta stagione. In quest’ottica il Gruppo continuerà a investire in innovazione, processi di digitalizzazione in primis, servizi e formazione del nostro staff per continuare a offrire – come da sempre facciamo – vacanze sicure e di qualità, in strutture immerse negli angoli più belli del nostro paese, tra paesaggi incontaminati, centri ricchi di storia e arte, esperienze memorabili e multisensoriali».