Cantine Spinelli. La storia della vitivinicoltura italiana è stata generalmente costruita nel tempo da uomini dotati di un talento naturale, di lungimiranza, preparazione, capacità imprenditoriali, coraggio e felici intuizioni, qualità spesso sublimate in contesti familiari già radicati sul territorio e proprio per questo in grado di comprenderlo e valorizzarlo attraverso le proprie produzioni enoiche.
La famiglia Spinelli, in terra abruzzese, ha espresso queste attitudini con spirito pionieristico partendo dal nulla ed espandendosi fino ad arrivare ai 100 ettari attuali, con una produzione annuale di circa 15 milioni di bottiglie.
Fu Vincenzo Spinelli, tra gli anni 65’ e 70,’ a creare l’azienda che, orgogliosamente, oggi ne porta il nome, come precisa Vincenzo, nipote del fondatore: “Un tempo in questa valle l’agricoltura a carattere misto era fondamentale: nonno portava gli ortaggi in collina e in montagna e li vendeva oppure ne faceva oggetto di scambio con carne o latte, perché da noi non si allevavano animali di grande pezzatura.
Da lì un susseguirsi di circostanze: nonno aveva anche un piccolo vigneto e nel periodo ottobrino commercializzava l’uva con persone che facevano il vino in casa.
Poco alla volta si rese conto di come tale pratica fosse remunerativa e così, anno dopo anno, iniziò a impiantare vigneti di cui vendeva uva.
Poi l’intuizione: andare a proporre direttamente lui il vino a questi stessi clienti. Nonostante avesse tutta la famiglia contro, decise pertanto di togliere gli ortaggi e impiantare esclusivamente vigneti”.
L’azienda Spinelli, tramandata di padre in figlio, si basava quindi sulla produzione e vendita di vino sfuso, che Carlo e Adriano Spinelli, verso la fine degli anni 80’, presero poi a imbottigliare e distribuire in tutto il mondo.
“Siamo un azienda familiare tra le più grandi d’Abruzzo, ma ciò che ci ha portato a diventare quel che siamo oggi è senza dubbio il cuore: siamo persone che dedicano la vita all’azienda, che sentiamo visceralmente investendoci la gran parte del nostro tempo”, racconta Vincenzo.
La ricerca del risultato, perseguito con tanta abnegazione, presuppone infatti un lavoro instancabile, un interesse costante e una spinta interiore: questa realtà è frutto di un grande amore sostenuto dalla curiosità e dalla forte volontà di riuscire. Grazie all’ambizione e all’impegno dell’intera famiglia, l’azienda Spinelli ha conosciuto nel tempo una crescita rapida.
Sostanzialmente, infatti, è rimasta a conduzione familiare, ma con una impostazione manageriale che ne ha determinato l’evoluzione e dove ogni membro riveste un ruolo ben preciso e funzionale. Dei figli di Vincenzo, Carlo è oggi amministratore delegato insieme ad Adriano, direttore tecnico; tra i nipoti, Vincenzo si occupa del ramo commerciale, Armida dell’amministrazione e Angela dell’ufficio vendite. Da qualche anno è subentrato Andrea impegnato, invece, nell’ufficio di controllo qualità.
Tutti insieme formano una grande squadra che sa guardare oltre il proprio lavoro, contribuendo a implementare l’attività produttiva e ad aumentarne la qualità per diffonderne i valori a livello globale.
“Importantissimi sono inoltre i contadini che lavorano con noi: alcuni sono i nipoti della squadra di mio nonno supportati quotidianamente da due agronomi mentre Errico Paternoster è il nostro enologo”, spiega Vincenzo. Dalla morfologia dell’Abruzzo – dove le cime del massiccio del Gran Sasso e della Maiella guardano la costa adriatica e i vigneti sembrano una sorta di onda verde che si protende verso il mare, ma che anche dal mare, come una risacca, torna a risalire verso i pendii dell’Appennino, nel comune di Atessa, tra le colline Frentane e del medio Sangro – l’azienda ricava l’inconfondibile identità dei suoi vini.
Sta nella mutevolezza geoclimatica la principale caratteristica dei vini prodotti: le brezze marine donano profumi gradevolmente salati e una caratteristica sapidità all’assaggio; il clima di prossimità delle montagne, poi, con le intense escursioni termiche, garantisce una riserva di freschezza che consente al vino di mantenere a lungo le sue promesse di sapore e qualità, con possibilità di invecchiamento anche prolungato.
Non meno importante, poi, è la tipologia del suolo sul quale crescono le viti e la sua composizione fisicochimica con la prevalente presenza di argilla e calcare. Dei circa 100 ettari vitati, il montepulciano è il vitigno principe a bacca nera, insieme ad altre varietà autoctone, a bacca bianca, come il trebbiano d’Abruzzo, il pecorino, la passerina e la cococciola. Per strizzare l’occhio a un mercato sempre più globale che apprezza anche l’uso di vitigni internazionali, sono stati impiantati lo chardonnay, il cabernet sauvignon e il merlot.
In cantina si produce una linea classica e una linea selezione, adatte a ogni forma di convivialità. “Nonno ci ha insegnato a produrre vini buoni che si potessero consumare tutti i giorni. Ancora adesso seguiamo questa linea guida ma oggi, con le produzioni aumentate, abbiamo introdotto anche delle riserve in un processo di continuità e non di rottura”.
I vini dell’azienda Spinelli devono dunque poter esprimere un concetto importante di inclusione: sono vini accessibili, che vogliono essere acquistati, goduti, fruiti, sono vini generosi e cordiali come chi li ha pensati, e nient’affatto elitari.
Ed è proprio questa la ragione della loro grandezza.
LE DEGUSTAZIONI DI EROS TEBONI
Rosato terre di Chieti
Le Stagioni:
Al naso i primi rimandi sono floreali, con richiami a piccola frutta rossa di sottobosco; ciliegia, mora di rovo e amarena su tutti.
La bocca è avvolgente, succosa ma estremamente fresca ed equilibrata.
Ottima l’equilibrio tra materia ed acidità che rende questo vino particolarmente elegante e bevibile.
Passerina Superiore d’Abruzzo
Le Stagioni:
Un vino estremante delicato; ottimi rimandi vegetali con una leggera punta eterea in chiusura che ricorda un finale mentolato.
Grande freschezza e perfetto connubio tra mineralità e sapidità tipica della Passerina.
La chiusura è leggermente agrumata, che ricorda l’arancia rossa.
Pecorino Superiore d’Abruzzo
Le Stagioni:
Il Pecorino esprime da subito la grande florealità tipica del vitigno.
Fiori bianchi e di campo come camomilla e tiglio si alternano a rimandi citrici anche al naso.
In seconda battuta arrivano anche note di fiori gialli.
La bocca è estremante sapida, con un’ottima acidità a sostegno.
La bevibilità è il punto di forza di questo vino estremamente versatile.
Trebbiano d’Abruzzo
Le Stagioni:
Le caratteristiche del Trebbiano d’Abruzzo si incontrano immediatamente quando il naso entra nel bicchiere: frutta gialla matura, pesca nettarina e albicocca.
Anche la parte floreale è ben presente grazie a spiccate note di fiori bianchi. Il sorso è avvolgente, buona l’acidità a sorreggere la struttura del vino. La mineralità Пèspiccata, ottima la concentrazione.
Montepulciano d’Abruzzo
Le Stagioni:
Un vino classico che traduce esattamente le caratteristiche tecniche del Montepulciano d’Abruzzo.
Al palato subito frutta rossa matura, succosa, tendente al mirtillo e ciliegia.
Ottima concentrazione del frutto e molto elegante al palato; i tannini sono molto delicati e presenti nella struttura del vino. Vino complesso ma di ottima bevibilità, con la parte alcolica perfettamente
integrata nel suo corpo.
[Questo articolo è tratto numero di marzo-aprile 2024 de La Madia Travelfood. Puoi acquistare una copia digitale nello sfoglia online oppure sottoscrivere un abbonamento per ricevere ogni due mesi la rivista cartacea]