“Vengo da una nave dove i pomelli erano sempre lucidi e le sartie e le vele erano sempre in ordine e pronte per affrontare ogni tipo di mare. Oggi ho scelto di navigare il mio mare su una barchetta a vela, in totale libertà e forse senza una rotta ben precisa se non quella dell’essenza senza rigore di forma”. – Massimo Viglietti
È un viaggio nuovo quello di Massimo Viglietti, fatto più di tappe intermedie, di venti che cambiano, di nuvole, tempeste e sole, che di mete finali. Quelle si raggiungono e si superano, ma il senso del viaggio si concretizza lungo il percorso, in un passato e in un futuro che si incontrano continuamente. Anche in cucina. Massimo Viglietti è essenzialmente un cuoco libero, un uomo di cucina che tende alla libertà di espressione, la insegue, la desidera e in un certo senso la impone al suo commensale, regalandogli un punto di vista (e di gusto) diverso, al di là delle definizioni o equilibri gastronomici precostituiti e osannati da critici e guide.
Ascoltare parlare Viglietti è un rafforzativo di gusto, è come riassaggiare i suoi piatti e sentirne nuovamente il sapore, anche senza essere seduti alla sua tavola. I suoi racconti ti aiutano a decodificare al palato la sua cucina, che risulta altamente personale, intima e senza riferimenti di genere.
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