Due rami della stessa famiglia con 40 anni di esperienza nel settore dell’accoglienza e un giovane chef di talento. Questi gli elementi che, incontrandosi, hanno dato inizio ad un sodalizio culinario foriero di ottime prospettive. L’imprenditrice Francesca Poli e lo chef Terry Giacomello ora insieme per lasciare un segno indelebile nel gusto e nel cuore di chi è in cerca di esperienze significative da vivere in un ristorante. Una storia lunga e affascinante, quella delle famiglie Poli, nel parmense, che alla fine degli anni sessanta inizia con una semplice trattoria-pizzeria, aperta nel piccolo paese di Castelnovo Sotto. Un luogo semplice e molto frequentato dalla gente locale. Poi la decisione di abbandonare la pizza per concentrarsi sulla ristorazione, così da far crescere il locale che presto si chiamerà “Da Poli alla Stazione”, una vera trattoria del tempo, nella quale si respirava la genuinità e l’ospitalità di un territorio vocato all’accoglienza, quella vera, emiliana doc. Dopo altri sviluppi ed evoluzioni, le due famiglie iniziano una nuova avventura a Parma, dando vita prima al ristorante Inkiostro e qualche anno dopo all’hotel Link124. Due edifici completamente staccati uno dall’altro, ma collocati all’interno della stessa area. Le due strutture, vicinissime ad un casello autostradale, si raggiungono con facilità: da un lato Inkiostro, il ristorante gourmet, minimale ed elegante, e dall’altra il business hotel 4 stelle, seguito da Gianluca Poli, struttura moderna e raffinata, dal design marcato, luogo ideale per accogliere il viaggiatore d’affari. Inkiostro apre nel 2011 ed è Francesca ad occuparsi di questo nuovo progetto, che nel 2013 conquista la sua prima stella.
Ma la strada tracciata, per Francesca, non è ancora quella giusta per poter arrivare lontano. Così, dopo attente valutazioni e propositi di crescita e sviluppo, nel settembre 2015 le cucine di Inkiostro passano di mano e arriva Terry Giacomello, friulano e artefice di una ristorazione d’avanguardia. La sua storia, fino ad un certo punto, è comune a quella di tanti altri giovani appassionati e poi innamorati del lavoro ai fornelli in quanto figli d’arte, con mamma e papà dediti alla gestione di locande e ristoranti di famiglia.
Poi, però, nel momento in cui la voglia di conoscenza cresce e non ci si può più accontentare della ristorazione di “casa”, alle esperienze che di solito si fanno in locali vicini lui preferisce quelle nelle cucine internazionali, iniziando a frequentare alcuni tra i nomi più famosi del firmamento culinario mondiale. In Francia con Marc Veyrat e Michel Bras, in Brasile da Atala e Helena Rizzo, a Copenaghen al Noma, e poi la Spagna, grande amore di Terry, da Andoni Luis Aduriz, quindi dal suo maestro assoluto, Ferran Adrià. Ed è proprio la Spagna che rivoluziona completamente il modo di pensare la cucina di Terry e che radica nella sua mente la voglia assoluta di studiare, sperimentare, modificare la materia prima, per creare i suoi capolavori gastronomici. Per i palati più allenati, i tratti arditi e le sfaccettature delle ultime tendenze culinarie ci sono tutti, fusi in piacevoli proposte che spiccano per la loro audacia, conservando, a differenza di tipologie di cucina simili, dettagli gustativi che a volte sorprendono. La qualità degli ingredienti è fondamentale come la ricerca di nuovi ed insoliti abbinamenti. Tutto però torna, nei piatti di Terry: dalla fantasia al sapore, non si rimane mai delusi. Ricerca, sperimentazione, innovazione, in una cucina che offre un’esperienza gastronomica originale e con una sua precisa identità. Nei due menù degustazione lo chef propone tutta la sua gamma creativa, utile a capire chi è davvero Terry Giacomello. Colori, forme, trame e consistenze, così ben armonizzati che dopo solo qualche mese di attività gli valgono la conferma della stella Michelin, inaugurata poco tempo prima dallo chef che lo aveva preceduto. Interessante vederlo lavorare in cucina, insieme al suo giovanissimo staff, piacevole sentirlo colloquiare tra i tavoli, disposti comodamente nei due ambienti principali spaziosi, dove arredi, color nero e grigio scuro, si alternano e sfumano in tonalità più chiare combinandosi con le luci delle grandi vetrate che delimitano gran parte del locale. Il design è ispirato alle mode cosmopolite e trasporta i clienti in un ambiente lineare e molto chic, con punti luce studiati ad arte e pennellate di colore distribuite in punti strategici, tra tele e altri complementi d’arredo. Un mix che appaga gli occhi. Tutto a Inkiostro è moderno, proprio come la sua cucina. Abbinati ai piatti una selezione di oltre 900 etichette, nazionali ed estere, che corredano la bellissima enoteca sottostante il ristorante, altro ambiente che vale la pena visitare, solo per godere della sua bellezza. La cantina viene arricchita da prodotti ricercati e aggiornati per qualità e innovazione.
Al lungo elenco dei vini si accompagnano circa 150 etichette di distillati ed altre rarità da meditazione. Inkiostro: un’esperienza da fare, per chiunque? Forse si o forse no. Anche la cucina, come altri mestieri, per essere capita e apprezzata nella sua vera essenza, richiede cultura e preparazione e alla corte di Terry e Francesca si dovrebbe andare curiosi e consapevoli di fare una intrigante esperienza gastronomica, che non capita facilmente.