Ritorno alla stella
La Cantinella, con splendida vista sul Vesuvio e sul Golfo di Napoli, è situata in quel tratto del lungomare partenopeo che conduce da Castel dell’Ovo a Piazza del Plebiscito e a Palazzo Reale. Il patron Giorgio Rosolino, zio del notissimo campione di nuoto Massimiliano, ha un’attitudine all’accoglienza che potremmo definire “genetica”: suo padre Angelo, negli anni Sessanta, fece la storia della “dolce vita” napoletana ospitando nei suoi numerosi locali i principali personaggi del jet set dell’epoca e lanciando moltissimi cantanti tra cui Renato Carosone, Peter Van Wood, Sergio Endrigo e Peppino di Capri.
Nata nel 1976 come ristorante – pizzeria, dopo appena un paio di anni La Cantinella ha trovato la sua giusta vocazione eliminando la proposta di pizze e concentrandosi solo sulla ristorazione tanto da conquistare nell’80, primo locale a Napoli, la stella Michelin che ha perso nel 2004 forse a causa di una temporanea diminuita attenzione verso il ristorante partenopeo attribuibile al lancio di un nuovo locale in quel di Capri. Dal 2009 al comando delle cucine c’è Agostino Iacobucci, giovane chef di Castellammare di Stabia (Na) che in appena due anni di duro lavoro è riuscito a “riaccendere” sul lungomare l’ambita stella Michelin temporaneamente spenta. Agostino, folgorato sin da ragazzino dal fascino della cucina dove aveva l’opportunità di vedere all’opera la zia, cuoca in un ristorante di Lettere, ha poi coltivato questa passione, prima frequentando l’Istituto alberghiero di Castellammare e poi lavorando nelle cucine di importanti ristoranti della Penisola sorrentina. Fondamentali nella sua formazione le figure di Michele Deleo, chef stellato dell’Accanto di Vico Equense (Na), e del Presidente dell’Accademia Nazionale Italcuochi Enrico Cosentino, maestro di tanti grandi chef della Penisola sorrentina e della Costiera amalfitana.
La cucina di Iacobucci coniuga tradizione partenopea e innovazione nelle tecniche di preparazione, con un tocco di creatività. Massima attenzione è data alla qualità delle materie prime non trascurando una ricerca dei prodotti del territorio per troppo tempo snobbati. Il pane, i grissini e i dolci vengono preparati in casa ogni giorno. Quattro i menu degustazione disponibili, in grado di soddisfare tutte le esigenze: lo storico, il vegetariano, quello di mare e quello di carne.
All’innovazione evidente della proposta culinaria si contrappone il fascino di sempre della sala, caratterizzata dalla presenza dominante del bambù e affidata alle cure del maitre Giovanni Rocco e di Luciano Vinci. La marcia in più del locale è rappresentata dalla perfetta intesa tra Rosolino e Iacobucci supportati dall’ottima brigata di cucina: Luigi Eccentrico, Luigi Arpaia, e Antonio Ciccone. Il reparto pasticceria, invece, è nelle mani esperte Antonio Busiello il cui cavallo di battaglia è il babà a tre lievitazioni. 500 le referenze selezionate dal sommelier Aniello Annunziata che danno vita a una carta dei vini che spazia dalla Campania al Nuovo mondo.