La trattoria è un tipico esercizio pubblico italiano atto alla vendita e alla consumazione dei pasti in loco. Il nome deriva da trattore e declinato dal francese “traiteur” che, a sua volta, prende origine da “traiter”, ovvero “trattare” le materie prime.
Ma perché parliamo di trattorie? Perché Irina Steccanella – che nasce a Sassuolo nel 1979 ma da sempre si considera bolognese di adozione – dopo aver zingareggiato per varie attività ristorative in attesa di consacrazione e accumulato importantissime esperienze nelle cucine di Massimo Bottura prima e Niko Romito dopo, ha deciso che la “Trattoria”, quella vera e con la “T” maiuscola, è il suo habitat ideale, quello dove si trova meglio e più a suo agio.
E dove aprire una trattoria se non a Savigno? Il paese, che conta duemila anime, è confluito da poco nel nuovo comune di Valsamoggia; immerso nelle storiche valli conosciute principalmente per il tartufo, conserva la cucina d’un tempo ed i prodotti alimentari locali – la maggior parte ancora artigianali – sono quelli che Irina considera fondamentali per l’alchimia della sua trattoria. Lei dunque ha deciso di ripartire da qui, proprio da questo paesino. La sua trattoria è stata battezzata con il suo nome “Irina”, né più né meno.
Il locale è quello che tutti gli amanti della tradizione possono o vorrebbero immaginare: una vera trattoria, semplicissima; un locale anni ’60 che può ospitare in un’unica sala non più di cinquanta coperti.
Ma chi è Irina Steccanella? Irina è una cuoca senza spigoli, senza fronzoli, concreta; un’istintiva talentuosa che il mondo ha conosciuto in origine per le sue tagliatelle quando, ancora acerba, studiava il ragù perfetto all’Osteria vini d’Italia di Bologna.
Poi, un bel giorno, decide di spiccare il volo e da qui inizia un susseguirsi di esperienze importanti che, come prima raccontavo, l’hanno portata a essere più consapevole delle sue capacità e ad affinare ulteriormente le tecniche moderne.
Irina piace a tutti, grandi e piccini, esperti o mangioni, anche a chi non ha interesse a sapere il suo nome, ma solo affondare la forchetta nei piatti da lei preparati. La sua caratteristica? Sorriso sulle labbra e testa bassa sui fornelli.
Ma torniamo alla nostra trattoria.
Cosa mangiamo da Irina? Tutto quello che l’immaginario collettivo popolare può proporvi se chiudeste gli occhi e assaporaste questi lembi di terra: le tagliatelle (ovviamente al ragù), le lasagne, i tortellini in brodo, la zuppa di fagioli, il coniglio, il friggione, la tipica cotoletta alla bolognese e tutto quello che la cucina del luogo ha a memoria.
Non si pensi però che le esperienze fatte nelle grandi cucine non siano servite, anzi. Come sono state applicate? Con nuove tecniche, punti di cottura moderni e il rispetto della materia prima. Ma finalmente con questo locale Irina potrà veramente, una volta per tutte, dimostrare che la grande storia italiana passa prima di tutto dalla tradizione, dalla cucina di casa e che, attraverso tecniche e percorsi moderni, può essere tranquillamente riadattata al tempo – presente e futuro – senza snaturare il passato, in modo tale da sfidare finalmente le curve del tempo.
Via Marconi, 39
Savigno (BO)
Tel. 345 160 8382
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