Se ne stanno accorgendo tutti, critica e pubblico. Ed è un fiorire di commenti positivi unanimemente concordi nel definire Piazzetta Milù una delle belle novità di cui occuparsi con interesse nel territorio fittamente stellato della Campania.
Che novità poi non è, visto che la famiglia Izzo gestisce questo ristorante a Castellammare di Stabia da ben 15 anni.
Di nuovo però c’è la recentissima e bella ristrutturazione che ha puntato alla realizzazione di un ambiente luminoso su due livelli, con ballatoi in vetro da cui occhieggiano arredi di buon gusto, importanti bottiglie e cassette griffate di cantine prestigiose.
Anche nella cucina a vista, curata e ben organizzata, c’è aria nuova con la new entry di Luigi Salomone, giovane chef che ha saputo fare la gavetta intelligente di un quadriennio con Paolo Barrale al Marennà dell’irpina Feudi di San Gregorio, poi con il bistellato Francesco Sposito di Taverna Estia, con Nino di Costanzo ai tempi relativamente recenti del Terme Manzi di Ischia e al Metamorfosi con Roy Caceres.
Grazie a loro, la sua preparazione professionale si è dunque attestata su basi solide, ma poi, in modo indipendente, ha saputo avviare il proprio percorso individuale di chef executive, operazione impegnativa in un panorama gastronomico regionale di importante e diffusa creatività.
Con un’umiltà che gli assicura quantomeno la stima di tutti i suoi colleghi, ha quindi cominciato a disegnare i tracciati per la strutturazione di piatti che sapessero dimostrare sia la sua capacità tecnica sia sentimentale di descrivere il territorio con uno stile autonomo: ci sembra stia attuando il progetto soprattutto attraverso ricette tradizionali nelle quali istillare la linfa della contemporaneità.
E finalmente, malgrado siamo a due passi dal mare, sta costruendo una cucina a più facce che, pur privilegiando proposte di pesce , racconta una diffusa tradizione fatta di ricette realizzate con le carni dei territori circostanti: facendo tesoro di quanto appreso negli anni trascorsi in cucine altrui e quasi a rendere omaggio ai suoi Maestri, propone pertanto un piacevolissimo coniglio all’ischitana, ma anche un elegante ragù di agnello di Laticauda, oppure la variazione di maialino nero lucano.
In linea con le espressioni culinarie tipiche campane, parlano un dialetto addomesticato anche il baccalà e papacelle napoletane, che risulta essere una variante della classica insalata di rinforzo partenopea, qui con i papacelli (piccoli peperoni tondi) ridotti in crema; la mortadella di mare (ossia il tonno) nell’abbinata storica con pane e fichi, o la sostanziosa mescafrancesca – che è un mix di diverse paste corte gragnanesi di solito utilizzate per la pasta e fagioli – qui invece cotta con ceci bio, ragù di totani neri e polvere di alghe, ovvero tradizione sì, ma con la zampata sorniona di chi ci mette la propria firma.
La cucina senza una sala adeguata avrebbe tuttavia vita breve, perché sta proprio nell’accoglienza amabile e nella capacità di relazionarsi empaticamente con il pubblico, la possibilità concreta di valorizzare ogni proposta dello chef. Fortunatamente qui la sala è ben presidiata da Valerio Izzo che organizza e coordina il lavoro dei giovani camerieri in bianco e nero e da suo fratello Emanuele che è riuscito a creare con competenza una carta dei vini molto interessante, con numerose ragionate proposte locali, ma soprattutto con tante etichette nazionali ed internazionali che rivelano la sua passione di sommelier e l’originalità di molte sue scelte importanti, specie nel caso delle bollicine, in generale , o delle bottiglie di matrice francese, ben custodite nella suggestiva cantina ipogea scavata nella roccia.
La gestione familiare di questo ristorante rappresenta un punto di forza da sottolineare, anche perché forte e solare è la presenza di mamma Lucia che, soffermandosi ai tavoli come si addice ad una perfetta padrona di casa, spiega agli ospiti provenienti da fuori regione quante e quali siano le ricette di famiglia, le tradizioni legate alle feste locali che culminano con un’apoteosi di sontuosi dolci tipici, i prodotti regionali a volte dimenticati che Piazzetta Milù riporta invece a nuova vita.
Le fa da contraltare, ma con una riservatezza del tutto siciliana (lui ha infatti origini palermitane) il marito Michele, già grandissimo pizzaiolo oltre vent’anni fa e ora tenace custode di quel braciere ancora attivo che negli anni passati ha regalato molte soddisfazioni e giusta fama al locale.
Ristorante PIAZZETTA MILù
Corso A. De Gasperi 23
80053 Castellammare di Stabia (NA)
Tel. 081 8715779
www.piazzettamilu.it – emimilu@hotmail.it
Aperto a pranzo e cena. Giorno di riposo: mercoledi
e domenica sera. Ferie: variabili
MENU DEGUSTAZIONE
48 € (5 portate più stuzzico, predessert e coccole finali)
55 € (6 portate più stuzzico, predessert e coccole finali)
Abbinamento vini al calice ad ogni portata: 20 € e 25 €
Carta dei vini: 600 etichette circa da tutte le regioni
d’Italia e tutte le più importanti regioni estere
(soprattutto Francia)