Forse quel nome, “Il Buco”, è l’unico elemento non sufficientemente ponderato da Giuseppe Aversa, lo chef patrón di uno dei locali più noti e apprezzati nel panorama della ristorazione campana. Lui che, nel tempo, ha dimostrato la validità delle sue scelte e un’indiscussa abilità strategica, non poteva prevedere, oltre vent’anni fa, che tale appellativo sarebbe presto diventato riduttivo e inadeguato a descrivere la sua nuova, articolata attività.
Quel piccolo antro con il soffitto in tufo ricavato nei sotterranei di un’antico monastero è infatti ora solo uno degli addentellati di una esemplare ed estesa realtà sorta nel cuore di Sorrento purtroppo appena prima dell’imprevedibile sconvolgimento epocale che sta cambiando il mondo.
“Il Buco” originario si è dunque allargato a dismisura: ha ampliato dapprima la funzionale cucina, è salito poi al piano superiore per creare un elegante ambiente con comodi arredi modulari, ideali per usi diversi, ha occupato d’estate gli spaziosi gradoni che dal centro portano al mare e ora ha dato vita ad un progetto di ampio respiro che ha l’ambizione e la funzione del completamento fisiologico: uno spazio enoteca importante con oltre 1200 etichette, una zona pranzo ariosa con un design contemporaneo, una comunicativa scuola di cucina.