Il ristorante a picco sul mare di Livorno si propone per ogni momento della giornata. E della sera.
Se il buon mangiare – almeno per coloro che vogliono metterci uno spicchio di spiritualità – vuole anche un’ambientazione suggestiva, niente di meglio che mettersi a tavola in una dimensione da far restare col fiato sospeso: la terrazza del ristorante “Calafuria”.
Ne offre poetica testimonianza lo scrittore Mario Tobino che, in un suo diario del 22 maggio 1950, scrive: “Ieri sera ero a Livorno, alla trattoria “Calafuria” che ha la terrazza a strapiombo sul mare e sembra di essere in navigazione; il vento che corre sopra i tavoli fa respirare con allegria e a lunghe sorsate”.
Naturalmente il ristorante dispone anche di sale interne, altrimenti nei giorni delle libecciate non si potrebbe resistere alla furia del vento che, in quel punto della costa rocciosa, può essere particolarmente rabbioso, pur se gli scogli ne domano l’irruenza, dispersa in mille rivoli di spuma, come dimostra lo stesso toponimo, appunto, di Calafuria.
L’origine del locale risale alla fine del 1800: allora osteria di pesce per i barrocciai, fu portata in auge da un erede del primo gestore, precisamente da Leonardo Nardi, ben noto anche come “il commendatore”, titolo onorifico che gli fu assegnato sia per la sua valenza di imprenditore, che di uomo colto.
Negli anni fra il 1980 e il 1990, mentre organizzava tornate di poesia e mostre di pittura, si rese meritorio nel campo dell’enogastronomia anche per aver fondato la FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori) e dato vita ad un premio per gli operatori del settore, d’ambito nazionale, che assegnò riconoscimenti e, spesso, fece emergere professionisti di grande valore come, fra gli altri, i compianti Angelo Paracucchi e Giorgio Fini, gli attuali “stellati” Giorgio Pinchiorri, Alfonso Jaccarino, Pierangelo Barontini, Aimo e Nadia Moroni, Romano e Franca Franceschini, Gianni e Renata Malagoli, Silvia Regi.
Ora “il commendatore” si gode il meritato riposo avendo ceduto ad altri la gestione del ristorante in buone mani, come dimostra la fiducia che continua ad essere accordata dalla numerosa clientela. Attualmente il locale è polifunzionale dato che ha in programma concerti serali e funziona tutto il giorno anche come bar/gelateria, per cocktail, happy hour, pizzeria e degustazione di vini pregiati nell’apposita enoteca, il tutto per la direzione manageriale di Simone Gonnella e Fabio Zargani, con il cuoco Gaetano di Pasquale a guidare la brigata di cucina.
La ristorazione del territorio si lega anch’essa alla toponomastica: si dice “triglie alla livornese”, così come per “baccalà”, “ palombo”, e “cacciucco” che non potrebbe essere che “alla livornese” dato che è stato inventato proprio dai pescatori del porto di Livorno. Queste voci- col pomodoro che la fa da protagonista – costituiscono il fulcro per la cucina del “Calafuria”, noto però soprattutto per il pesce, freschissimo, fragrante di mare… le ricette sono svariate.
La carne non manca, anzi i carnivori hanno di che soddisfare al meglio i loro gusti, dato che gli allevamenti del circondario forniscono ottime carni bovine, suine, del cortile, e i boschi maremmani sono popolati di cinghiali per preparazioni dal sapore selvaticamente deciso.
RISTORANTE
“PRECISAMENTE
A CALAFURIA”
Via Litorale, 248
Livorno
Tel. 0586.503286
Apertura: sempre aperto
con prenotazione gradita