Un portoncino come ce ne sono tanti, la targhetta d’ottone del campanello sul citofono, nessuna insegna perché qui è come andare a casa di amici. L’indirizzo è Via dei Magazzini al numero 2: siamo nel centro storico di Firenze all’angolo che sbocca in Piazza della Signoria.
Il B&B – che si dimostrerà in tutto e per tutto appunto come una casa di amici – è in un piccolo palazzo alto e stretto, 3 piani (c’è l’ascensore) e 10 camere con bagno, più 3 appartamenti per chi vuole anche l’indipendenza di un angolo cottura.
Le camere hanno tutte identico carattere ma fisionomie differenti; i mobili sono dell’Ottocento e sono come quelli che abbiamo in casa, ereditati dalla nonna; in qualche camera il letto è arricchito da un leggero baldacchino, altrimenti testiere imbottite e atmosfere romanticamente ottocento, televisioni al plasma ma posate come un quadro su un cavalletto da pittore, pavimenti di parquet. Non c’è frigo bar nelle camere, ma nella cucina-tinello all’ultimo piano, accanto alla sala delle colazioni, le bevande sono in frigorifero, a disposizione degli Ospiti.
Oltre 10 anni fa questo immobile è stato acquistato dagli attuali proprietari, Sonia ed Alessandro, più per ragioni di investimento finanziario che per la realizzazione di un progetto già chiaro e definito. Si trattava di un palazzetto che per lungo tempo aveva ospitato gli uffici di un ente pubblico e quindi, per necessità burocratiche, gli ambienti erano stati divisi e suddivisi: stanzette, tramezzi, controsoffitti e solo 2 bagni in tutto l’immobile, privo di ascensore. Si può dire che l’esigenza di spazi per le scrivanie degli impiegati aveva soffocato il carattere di questi ambienti e la casa di epoca medievale nascondeva i suoi dettagli sotto intonaci anonimi e atmosfere spoglie.
Firmati gli atti notarili, completate le pratiche amministrative, bisognava affrontare la realtà dell’impegno economico assunto e la conseguente decisione su quale futuro assetto dare alla nuova proprietà. Sonia dice che è stata la casa a imporre la propria volontà, a suggerire di essere riconvertita e non alienata come mero investimento finanziario, infatti non appena ne hanno preso possesso e hanno cominciato a conoscerla, sono stati coinvolti ed è subito scattato il meccanismo delle possibili trasformazioni. Non è più sembrato possibile, pensare di venderla, ma si è concretizzata l’idea di farne una realtà da vivere, quindi, sotto forma di un’attività nuova da affiancare in modo stabile al loro principale lavoro. Così è nato il progetto di una piccola ospitalità con caratteristiche di accoglienza molto personalizzata, presente, amichevole, non anonima e commerciale. Subito sono cominciati i lavori, sono state abbattute le surperfetazioni, raschiati i muri e, poco alla volta, gli ambienti hanno ritrovato le loro dimensioni d’origine: sono ricomparsi i soffitti a cassettoni con i travi vecchi di castagno, è tornato alla luce un lacerto di ‘grottesca’ su un muro del soggiorno al piano terra e in alcune camere sono riaffiorate le decorazioni floreali ottocentesche sui soffitti. Via via che i lavori procedevano la casa rivelava la sua anima, riprendeva vita e faceva comparire piccoli dettagli che raccontavano la sua storia.
Oggi l’indirizzo è noto, gli ospiti arrivano e ritornano, fanno colazione nella bella sala dell’ultimo piano intorno a un tavolo comune, grande e illuminato dalla luce di due finestre che affacciano sulla Loggia dei Lanzi e su Piazza della Signoria, la stessa vista che si ha da alcune camere (altre vedono uno scorcio della Cupola del Brunelleschi). Piazza della Signoria è piena di gente, affollata di turisti, eppure i rumori fin quassù non arrivano quando ci si affaccia su un quadro unico al mondo, in posizione di esclusiva singolarità.
Dicevamo che gli ospiti arrivano e ritornano e diventano di casa perché un’altra peculiarità di questo indirizzo è la qualità dell’accoglienza sorridente dei padroni di casa che mettono nel loro lavoro tutta la passione di chi ha scelto la propria attività, libero da imposizioni. Così Alessandro, ogni tanto, in qualche occasione speciale come il Giorno del Ringraziamento o il Pitti, oppure quando lui decide che è un giorno speciale, fa cucina per i suoi Ospiti e prepara la sua famosa pappa con il pomodoro o il tacchino, talvolta con le castagne, talvolta con ricette rinascimentali fiorentine che richiedono pazienza e abilità da chef; in queste occasioni tutti gli ospiti si ritrovano intorno al grande tavolo e sono chiacchiere in molte lingue; Sonia apparecchia, cura dettagli, arredi, fiori, e soprattutto gli ospiti.
Per finire, nella buona stagione o quando il tempo lo permette, si può chiedere di lasciare Firenze e di trascorrere una giornata in barca a vela, nel 19 metri che Sonia ed Alessandro hanno a Porto Cala de’ Medici a Rosignano Solvay, un’opzione in più di questo piccolo, raffinato gingillo di ospitalità.