13/07/11
Mi sono improvvisamente resa conto di essere diventata un’anziana intollerante. Fino a ieri ero convinta di essere riuscita con l’età a diventare più impermeabile alla maleducazione dilagante e alla falsità come abito mentale obbligatorio.
Mi ero illusa di aver raggiunto l’autorevolezza dell’esperienza ed il diritto ad avere interlocutori competenti.
Ero convinta che la passione ed il lavoro impiegati con coerenza mi portassero nel tempo ad affinarmi come il tannino nobile di un buon vino. Ma l’amara constatazione della scarsa qualità degli interlocutori istituzionali con cui il nostro settore deve fare i conti mi sta invece facendo inacidire come fossi un vino mediocre e senza alcun futuro.
Inacidita dalla repulsione per un giornalista di grande esperienza e capacità che butta all’aria quel che resta della sua reputazione e della sua credibilità sulla rete ammiraglia della televisione pubblica per difendere l’indifendibile comportamento del nostro premier che offende la parte migliore di me stessa e di tutte le donne con il suo comportamento al di fuori di tutte le regole morali e al di sotto di ogni possibile livello di accettabilità.
Irrancidita dall’inadeguatezza della nostra ministra della pubblica istruzione. Dal vuoto pneumatico che le si legge negli occhi quando cerca di spiegare ad altri i concetti che ella stessa non ha ancora digerito, impiegando un lessico arrampicato di non più di cento parole. Perché di più non ne conosce.
Incancrenita dall’improbabile e deprimente operare della ministra del turismo che non è stata in grado di alzare una sola delle sue dita laccate per aiutare questo comparto posto sotto la sua tutela e, parallelamente, la nostra gastronomia. Preoccupata più per i cani nei ristoranti che per i cristiani, non è riuscita ad entrare nel merito di una sola delle problematiche che penalizzano il settore dell’accoglienza.
L’ultimo suo appello ai turisti perché vengano in Italia a trascorrere le loro vacanze, anche se recitato da uno degli uomini più conosciuti e sputtanati del mondo, è stato raccolto soltanto da trentamila villeggianti tunisini che, però, sono sbarcati a Lampedusa senza prenotazione.
Intristita dall’ex ministro Galan che, prima di saltare con circense disinvoltura da un ministero ad un altro, aveva partorito l’ultima ed estemporanea ideona di certificare i migliori ristoranti italiani all’estero mentre gente molto più preparata di lui se ne stava già occupando con competenza assai maggiore.
Avvelenata poi dall’osceno sberleffo di Gianni Letta assimilabile a quello di Maria Antonietta quando consigliava brioches ai poveri, se non avevano pane: “Gli italiani saranno felici di pagare due centesimi in più per la benzina (già la più cara d’Europa!) se serviranno a ripristinare i fondi per i beni culturali!”
Che dire: il disprezzo per il popolino e per i suoi ormai assurdi sacrifici.
Non sono queste le persone con cui ipotizzavo di relazionarmi quando, ancora molto giovane, ho cominciato a firmare questa mia pagina. Quelli erano gli anni delle ipotesi future e della formazione per il nostro settore che dimostrava sul campo la sua voglia e la sua capacità di avviarsi sulla strada dell’eccellenza.
Questi sono i giorni dell’orrore in cui non ci si riconosce più neanche guardandosi negli occhi. Sopraffatti come siamo dalla constatazione della nostra stessa impotenza.