02/06/2008
Pubblicato nel pieno delle ferie estive, il decreto del ministro De Castro sulla razionalizzazione dei controlli per i vini a denominazione di origine è passato in sordina. Ma le indicazioni in esso contenute, di per sé poco eclatanti nei contenuti, rappresentano invece una straordinaria novità. Il decreto, istituendo l’organo di vigilanza sull’attività dei controlli dei consorzi di tutela (l’Ispettorato centrale repressione frodi del Ministero delle politiche agricole,alimentari e forestali) e invitando i consorzi che si erano tenuti fuori a presentare domanda per trasformarsi in enti certificatori, ha lanciato un segnale chiarissimo: ha cioè annunciato ai produttori che la sperimentazione avviata nel marzo 2002 ha dato buoni risultati. E che l’esperienza dei 28 consorzi che si erano gettati in questa avventura deve essere estesa a tutti, visto e considerato che l’auspicio del ministro è che il sistema dei controlli venga uniformato su tutto il territorio nazionale. Sarà probabilmente questa la strada su cui si muoverà la prossima legge destinata a rimpiazzare l’ormai obsoleta 164 del ’92, quella che introdusse la nuova disciplina delle denominazioni di origine dei vini. E che ci sarnno a breve nuove regole risulta evidente dalla dichiarazione resa al nostro giornale dallo stesso ministro De Castro: ”Negli ultimi anni il settore vitivinicolo ha subito profondi cambiamenti quale riflesso dei contemporanei mutamenti nella società, nei mercati e nelle politiche, resi ancor piú rapidi dal fenomeno della globalizzazione.
Nel decennio passato è diminuita la produzione ed è cresciuta la qualità, aumentando nel complesso il valore reale e strategico del comparto vitivinicolo. Se osserviamo la presenza del Made in Italy alimentare all’estero, ogni 100 euro esportanti 20 arrivano da prodotti del vigneto, con punte del 40% in mercati importanti come Canada, Stati Uniti e Giappone.
In questo contesto globale si inserisce la strategia nazionale, che affronta le crescenti minacce concorrenziali sostenendo qualità dei prodotti e efficienza delle filiere vitivinicole, e assegnando un ruolo cardine al sistema di controlli e vigilanza.
Il decreto del 4 agosto scorso, sulla vigilanza e controllo della produzione dei vini di qualità prodotti in regioni determinate (V.Q.P.R.D.) – conferma De Castro – è un primo passo. Il provvedimento varato permette di dare immediatamente risposta alle esigenze di tutela e trasparenza grazie al nuovo ruolo di vigilanza assegnato all’Ispettorato centrale repressione frodi. Allo stesso tempo, con la riapertura dei termini per i programmi di sperimentazione, diviene possibile sperimentare specifici interventi mirati al controllo della qualità oggi particolarmente sentiti in talune denominazioni e realtà regionali. Alla base di tale provvedimento si pone la volontà di orientare anche il “sistema vino a denominazione” verso il modello già in essere per le Dop e Igp, e basato sul sistema del controllo ad opera di organismi terzi, e sulla vigilanza quale competenza dell’autorità pubblica.
Il decreto del 4 agosto è quindi un primo importante passo che, tuttavia, dovrà essere completato a breve da ulteriori interventi che permettano agli operatori del sistema vino “doc” di avere un quadro di riferimento definitivo e certo, a partire dai necessari adeguamenti della legge n. 164/92”.
La speranza di tutti, a questo punto, è che non trascorrano ancora anni e anni in sterili discussioni: i tempi imposti dalla globalizzazione non lo permetterebbero.