Sarà sgradevole pensarci appena finite le feste natalizie, ma noi tutti sembriamo ormai quelli che si ostinano a ballare nel salone delle feste, mentre il Titanic affonda, squarciato dall’iceberg.
In una situazione vistosamente compromessa non ci saranno scialuppe per tutti e a salvarsi, come sempre, saranno solo quelli della 1ª classe, mentre l’orchestra continuerà a suonare la consueta musica di propaganda, oppiacea e stordente, per quelli della 2ª e 3ª classe. Fino al black out.
Peccato non voler ascoltare gli avvisi ai naviganti, peccato non provare a scansare quell’iceberg ben visibile sulla nostra rotta, fatto di mancanza di lavoro, di un’orda epocale di migranti che non siamo mai stati in grado di integrare, di stipendi non ancorati al costo della vita, di pensioni minime da fame, di fallimenti di aziende (ancora 2 ogni ora), di rapacità del fisco, di massacro inesausto del territorio, di incapacità di favorire il futuro dei nostri giovani.
Che l’Italia manifesti segni di ripresa certa, è pura propaganda elettorale.
Rimangono infatti intatti i privilegi dei soliti e l’enorme incertezza economica di tante famiglie, la povertà sempre più endemica, la scuola che traballa sia nelle sue strutture murarie che istituzionali.
Solo per fare un esempio del quadro disastroso, basti dire che rimane senza risposta, anche nelle promesse elettorali, il problema della tutela delle famiglie e del lavoro delle donne in particolare: nel 2017 le dimissioni volontarie per madri con figli fino a 3 anni sono state 37.738, causate soprattutto da mancanza di nidi o esosità delle rette. Se una donna percepisce uno stipendio di 1.000 euro (quando va bene) e ne spende quasi la metà per il nido, senza contare poi le necessarie spese per vestiario, alimenti e pannolini, si capisce bene che non conviene lavorare sette ore al giorno senza poter badare ai propri figli, solo per pagare nidi o tate, visto che i nonni ormai sono ancora tutti al lavoro per il prolungamento dell’età pensionabile.
Questo non investire sul capitale umano del futuro costituisce la miopia più scandalosa perché rappresenta il primo tassello a favore delle discriminazioni e delle enormi differenze sociali di cui è permeata la nostra società.
Sarebbe dunque ora di poter ascoltare un’altra musica.