Riparte dalla 42esima edizione uno degli appuntamenti di riferimento per l’ospitalità. A Carrara Fiere Tirreno C.T. insieme a Balnearia, i due grandi eventi che negli ultimi anni hanno rivoluzionato il modo di vivere l’ospitalità, anche nella spiaggia italiana.
Dopo il Covid-19 appuntamento sempre più strategico per la ripartenza dell’economia dell’ospitalità.
Intanto già in programma Tirreno Tecno Hospitality, una edizione genovese dal 23 al 26 ottobre 2022 nel padiglione Jean Nouvel dell’area fieristica del Porto Antico di Genova
Il luogo è sempre lo stesso, il polo fieristico di Carrara, le date leggermente spostate rispetto al solito, ma è tutto pronto per la quarantaduesima edizione di Tirreno C.T., la fiera di riferimento in Italia per l’ospitalità. Oltre quaranta anni di crescita del settore della ristorazione, dell’accoglienza in generale e, da ormai diverse edizioni, anche degli stabilimenti balneari con Balnearia, il salone nel salone. Un momento importante, ora più che mai, per il settore che coinvolge ristoranti, bar, alberghi, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, stabilimenti balneari.
Punto di riferimento degli incontri B2B per il Centro Italia. La manifestazione in questi anni è diventata un vero e proprio punto di riferimento grazie alla continua crescita di consensi, sia in termini di offerta commerciale con oltre 430 espositori in rappresentanza di quasi 900 marchi, sia in termini di pubblico con 62mila presenze (la media delle ultime edizioni) che caratterizzano il successo della quattro giorni apuana. Tirreno CT ha il suo vero cuore nell’incontro qualificato fra domanda e offerta di questo settore che dà vita ad un importante uno scambio business-to-business tra gli operatori del Centro e Nord Italia.
Confronto, dimostrazioni e competizioni. Nella quattro giorni del 2019, ultimo anno dell’evento prima della pandemia, si sono tenuti oltre 100 appuntamenti di approfondimento, tra seminari, cooking show, convegni, tavole rotonde che hanno fatto, e fanno, della fiera un grande momento di formazione e aggiornamento professionale per pasticceri, pizzaioli, ristoratori, barman. La fiera è un momento di confronto con i tanti eventi collaterali che ogni anno arricchiscono un programma denso di convegni, seminari e workshop, master gratuiti per professionisti, incontri con esperti di settore, campionati nazionali e internazionali di pasticceria, cucina, gelateria, pizzeria e barman promossi dalle relative associazioni di categoria, oltre a degustazioni e dimostrazioni per tutti gli operatori. Tra questi le proposte dello spazio “Fucina dei Saperi Sapori e Conoscenze”, con la presenza di personaggi e ricette della tradizione italiana, per dare visibilità alla manualità e ai racconti di questa professione.
Le eccellenze del food&beverage in una unica fiera. A caratterizzare ogni edizione dell’evento, grandi marchi del food&beverage italiano ed estero propongono non soltanto la semplice esposizione delle novità e dei prodotti di punta, ma anche presentazioni e momenti di approfondimento. Dal pane alla pizza, dai prodotti lavorati e semilavorati per la cucina alle forniture alberghiere, passando per la gelateria e la pasticceria. Un’intera area dedicata al caffè e alle innovazioni del settore grandi impianti. Inoltre tutto ciò che riguarda le attrezzature per la tavola, bar, gelateria e pasticceria fino all’arredo contract per interni ed esterni, compresi tappezzerie e arredo bagno. Ormai da qualche anno hanno preso sempre più piede operatori del settore wine and beverage. A partire dai migliori prodotti per il lavoro dei mixologist e dei barman, rappresentati dalle principali associazioni di categoria, passando per tutto il settore emergente delle birre artigianali. Presente un’ampia selezione poi di aziende vitivinicole, ma anche distillerie, rappresentate direttamente dai produttori. Le associazioni dei sommelier promuoveranno come sempre numerose degustazioni tematiche condotte da esperti del settore per fare dei focus sui vitigni e sui territori di provenienza.
Balnearia, il meglio per l’ospitalità in spiaggia. Prosegue il legame con Balnearia, il salone professionale dell’outdoor design, benessere ed attrezzature balneari che fanno di Tirreno CT un unico grande evento di riferimento per il segmento dell’accoglienza, dalla ristorazione al wellness, dallo street food all’hotellerie per arrivare all’ospitalità in spiaggia. Giunta alla 21esima edizione, Balnearia, vede nei propri spazi rappresentato il meglio dei settori merceologici, oltre ad essere da sempre anche un importante momento di incontro per tutti gli operatori. Grazie al coinvolgimento delle associazioni e delle organizzazioni sindacali di categoria, ci saranno anche in questa edizione numerose opportunità di informazione e confronto sulle più sentite tematiche del settore.
I settori merceologici. Balnearia presenterà, come di consueto, tutte le novità dei settori merceologici relativi agli stabilimenti balneari: attrezzature, arredi e impianti, prodotti e accessori per la vita all’aria aperta, tutto il comparto dell’outdoor design e dello SPA & Wellness, oltre alle ultime proposte per rendere lo stabilimento balneare sempre più 4.0.
La competizione globale. Alle imprese balneari in particolare e a quelle turistiche in generale sono imposte sempre maggiori esigenze di innovazione e di crescita: la globalizzazione dell’offerta, la facilità degli spostamenti anche a lungo raggio, il progredire dell’informazione ha fatto sì che la competizione si sviluppi ormai a livello mondiale. Lo stabilimento balneare italiano non deve più confrontarsi con quello spagnolo o mediterraneo, ma con destinazioni turistiche all’altro capo del mondo. In questa situazione di mercato diventa sempre più importante che l’azienda balneare abbia possibilità di informarsi, aggiornarsi e attrezzarsi in tempo reale: Balnearia e Tirreno C.T. potranno rispondere a questa esigenza in modo organico e completo, con la soddisfazione di espositori e visitatori.
I numeri del settore balneare italiano nel biennio 2020 – 2021. La pandemia tra il 2020 e il 2021 ha colpito in generale tutto il comparto turistico italiano e anche il settore balneare ha subito uno shock in termini di flussi turistici. Nonostante siano lontani i dati del 2019, anno in cui si registra in Italia una forte crescita del turismo anche rispetto al 2017 e al 2018, possiamo affermare che il settore balneare ha retto la sfida imposta dalla pandemia. All’interno di Balnearia non mancheranno i momenti di confronto sulla tematica che da anni affligge la categoria, ovvero la direttiva Bolkestein. Il tema del rinnovo del settore delle concessioni demaniali è all’ordine del giorno del Governo Draghi. Nonostante però l’incertezza sul futuro delle imprese balneari, il settore ha retto il colpo inferto dal Covid al comparto turistico, grazie alla scelta degli italiani di restare all’interno del Bel Paese. Nonostante le località balneari siano state premiate tra le mete più gettonate, il settore ha registrato un calo di circa il 30% del fatturato rispetto al 2019. Tra le Regioni marine le mete preferite per i turisti italiani e i pochi stranieri si sono confermate, in ordine di presenze e fatturato: Puglia, Emilia Romagna e Toscana, Sicilia, e a seguire Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio e Abruzzo, Campania, Calabria, Sardegna e Sicilia, Basilicata e Liguria. Nel 2021 c’è stata una ripresa del turismo italiano in generale e di quello balneare in particolare. Nei mesi di giugno, luglio e agosto nelle località marine le presenze degli italiani sono stimate al +18,8% e quelle degli stranieri al +20%, per un aumento medio del +19%. (Fonte: Consuntivo-turismo-estate-2021_Assoturismo-Confesercenti)
Tirreno Tecno Hospitality: a Genova un nuovo appuntamento in ottobre. Si svolgerà dal 23 al 26 ottobre 2022 presso il complesso fieristico di Genova, al Porto Antico, la prima edizione di TTH – Tirreno Tecno Hospitality. La città di Genova, dopo i successi storici di Bibe e Technotel, torna quindi ad ospitare un evento dedicato all’ospitalità e al gusto, con uno sguardo verso il futuro di un settore che oggi più che mai ha bisogno di rilancio. Il motore di questa iniziativa è lo stesso di Tirreno C.T. e Balnearia: sarà infatti la Tirreno Trade, organizzatrice dell’evento, a proporre nei padiglioni della fiera di Genova la migliore offerta per quanto riguarda le eccellenze del food&beverage, dell’enologia e dell’arredo contract per tutti i settori dell’ospitalità e della balneazione.
Tirreno C.T. e Balnearia sono organizzate da TirrenoTrade Srl con la collaborazione di enti regionali, provinciali e associazioni di categoria. Per informazioni sulla fiera e per poter partecipare come espositori o visitatori www.tirrenoct.it
Il programma giorno per giorno.
Venerdì 4 marzo
Tirreno CT – Ore 10.30 taglio del nastro all’ingresso dei padiglioni alla presenza delle autorità. La Federazione italiana Pasticceria (Fip) promuove il concorso per artisti decoratori e nella stessa giornata darà vita a un’opera scultorea in onore dei 42 anni di Tirreno C.T. La Scuola Italiana Pizzaioli promuove nella giornata corso per pizza gourmet. La Federazione italiana barman (FIB) propone il percorso formativo sul Gin Tonic oltre a corsi di avvicinamento alla Mixology. Amira propone il campionato Maitres sezione mare con sfida alla lampada. La Compagnia Amici del Vino Apuolunensi (CAVA) propone una masterclass dedicate al Candia.
Balnearia
ore 10.30 – presso Sala Michelangelo – Assobalneari Italia – C.N.A. Balneari – La Base Balneare con Donne Damare
Assemblea delle Imprese Balneari: Spiagge, Scatto D’orgoglio!
Tutelare le attuali Imprese Balneari, Eccellenza Italiana.
Effetti negativi dell’applicabilità della Bolkestein – Valorizzazione del Sistema Balneare Italiano
È della massima urgenza mettere al riparo le attuali imprese del demanio marittimo per scongiurare il dispiegarsi di effetti estremamente dannosi sulla tenuta economica e sociale del Paese.
ore 14.30 presso Sala Canova – S.I.B. Sindacato Balneari Italiano – Consiglio Direttivo S.I.B.
ore 15.30 presso Sala Pietro Tacca – C.N.A. Turismo e Commercio di Massa Carrara – Convegno dedicato alle imprese del turismo sul tema:
“Gli incentivi a sostegno degli investimenti nel settore turismo: imprese ricettive, agrituristiche e del comparto turistico, fieristico, congressuale, agenzie di viaggio e tour operator”
Sabato 5 marzo
Tirreno CT – La Fip designerà nella giornata i partecipanti dell’Equipe Eccellenze Cake Design. Nella giornata la Scuola Italiana Pizzaioli promuove dimostrazioni Arte Bianca in pizzeria. La Fib corsi di miscelazione. Cava propone una masterclass dedicata ai Colli di Luni Doc. Concorso internazionale Oscar del Gelato gusto caffè.
Domenica 6 marzo
Tirreno CT – Durante la giornata la Fip promuove il Campionato italiano di panificazione che decreterà il campione italiano. Sempre nella giornata prenderà il via il Campionato italiano per migliore colomba artigianale. La Scuola Italiana Pizzaioli riporta la pizza alle tradizioni con esibizioni su Pizza in Teglia, focaccia Genovese e Cecina. La Fib ha in programma nella giornata il campionato italiano barman professionisti (la selezione dei rappresentanti toscani al campionato nazionale). Cava propone una masterclass dedicate alle Doc Cinqueterre e Levanto. Nella giornata avrà luogo la prima tappa italiana del campioonato per macinatura di caffè. Dalle 13.30 alle 15.00 per tutti i visitatori, in area gare, sarà possibile degustare un espresso specialty proposto dalla micro torrefazione La Sosta Specialty Coffee, parlando direttamente con il mastro tostatore per scoprire le caratteristiche di un caffè specialty, e farsi raccontare oltre alla storia del suo caffè lo svolgimento della competizione.
Lunedì 7 marzo
Tirreno CT – La Fip premierà la miglior colomba artigianale. Scuola Italiana Pizzaioli promuove dimostrazioni su La Pizza in Pala. La Fib propone nella giornata “King” il concorso a eliminazione per barman professionisti. Cava propone una masterclass dedicate alla IGT Val di Magra e IGT Toscana. La Federazione italiana gelatieri promuove alle 11 un seminario dal titolo “I Costi del Gelato”.
Tutti i giorni.
Tirreno CT – La Scuola Tessieri propone ogni giorno un ricco programma di attività con docent da tutta Italia su diverse tematiche della cucina.
Presso lo Stand de L’Oscar del Gelato, Federazione italiana gelatieri produzione di elaborate, torte, semifreddi e gelati da parte degli associate.
King Of The Ice propone ogni giorno l’arte delle sculture in ghiaccio con esibizioni dal vivo.
La Scuola Europea Sommelier ogni giorno promuove presso il proprio stand degustazioni guidate sulle più grandi denominazioni italiane a cura dei propri esperti.
I numeri del settore
A dicembre del 2020 negli archivi delle Camere di Commercio italiane risultavano attive 335.417 imprese appartenenti al codice di attività 56 con il quale vengono classificati i servizi di ristorazione. La Lombardia è la prima regione per presenza di imprese del settore con una quota sul totale pari al 14,9%, seguita da Lazio (11,4%) e Campania (9,9%). La diffusione delle imprese, come è noto, dipende più da variabili demografiche (la popolazione residente) che da variabili economiche (reddito, consumi, propensione al consumo, ecc.). Ciò non significa, tuttavia, che sull’insediamento delle imprese non influiscano anche variabili di carattere economico. Nel 2020 hanno avviato l’attività 9.190 imprese mentre oltre 22.000 l’hanno cessata.
Il saldo è negativo per oltre 13mila unità. Nel I trimestre 2021 lo scenario di mercato, nella visione delle imprese, resta negativo. Il confronto con le valutazioni rilevate in occasione del primo trimestre 2020, già di per sé negative perché segnate dall’inizio del lockdown, indica un significativo peggioramento. Il saldo tra valutazioni positive e valutazioni negative sulla dinamica del fatturato dell’intero settore segna -68,3% in peggioramento di 13 punti rispetto ad un anno fa. Ancor più negativo, il saldo sulle performance delle singole imprese (- 88,2%). Nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente il saldo delle risposte perde 11 punti a livello di singole aziende. L’input di lavoro, misurato in unità di lavoro standard, del settore dei pubblici esercizi contava fino al 2019 oltre un milione e duecentomila unità, nel 2020 sono scese a 850 mila, Un dato significativamente inferiore a quello registrato durante la crisi del 2008-2009. A partire dal 2013 e fino al 2019 la crescita è stata progressiva con un +20% nel complesso del periodo, la variazione percentuale tra il 2020 e il 2019 è stata di – 29,6%.
Il bar. Il bar è sempre stata una delle articolazioni forti della rete dei pubblici esercizi. Nei registri delle Camere di Commercio si contano 143.857 imprese appartenenti al codice di attività 56.3 (bar e altri esercizi simili senza cucina). In sei regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania) si concentrano i due terzi delle imprese del settore. Il 53,5% di queste imprese è una ditta individuale e la variabilità regionale intorno a questo valore è assai sostenuta. La forbice va dal valore minimo della Toscana (44,0%) a quello massimo della Calabria (75,5%). Il 28,7% delle imprese sono società di persone, mentre la quota delle società di capitale è del 16,4%. In tale contesto merita una segnalazione il (modesto) 15,1% della Lombardia al Nord, il 33,0% del Lazio al centro e il 21,3% della Campania al Sud. Il tasso di imprenditorialità nel 2020 è pari a –4,5%. In sostanza nel 2020 lo stock di imprese è diminuito di oltre 4 unità ogni 100 imprese attive. La variazione tendenziale della caffetteria è stata dell’1,4%. I prodotti di gelateria e pasticceria al bar registrano un incremento del +1,7% mentre altrove del +2,0% rispetto all’anno precedente.
I ristoranti. Il numero delle imprese registrate con il codice di attività 56.1 (ristoranti e attività di ristorazione mobile) ammonta a 188.631 unità. Anche tra i ristoranti la maggioranza è costituita da ditte individuali. Poco meno di una su due ha scelto di operare con questa forma giuridica. È ancora al Sud e sempre in Calabria che le ditte individuali sfiorano il 65%. Le società di capitale sono il 27% del totale con punte del 48,9% nel Lazio e del 28% in Lombardia. Interessante questo scostamento tra Lombardia e Lazio soprattutto se messo in relazione al differente livello di evoluzione dei format di offerta che si riscontrano nelle due regioni. Occorre rilevare che la Lombardia, ad eccezione di Milano, è ancora largamente ancorata a modelli più tradizionali di organizzazione imprenditoriale. Il tasso di imprenditorialità è stato del -3,4%. Le ditte individuali si attestano a -3,8%, mentre le società di persone presentano un tasso medio peggiore (-4,1%). Ristoranti tradizionali e pizzerie registrano rispettivamente aumenti dell’1,1% e dello 0,8% sullo stesso mese dell’anno precedente. Il food delivery registra incrementi del +2,3% su febbraio 2020.
Il Covid. La pandemia ha colpito duramente il settore della ristorazione. Dopo un 2020 che ha visto una flessione del 37% del fatturato di bar e ristoranti rispetto al 2019, il 2021 non si prospetta ancora come l’anno della ripresa. La totalità degli intervistati concorda infatti nel dire che il settore chiuderà il 2021 con un risultato negativo rispetto ai livelli pre-Covid del 2019. In particolare, la maggior parte degli intervistati (55%) ritiene che l’evoluzione attesa per il 2021 sarà pari a circa -20% rispetto al 2019. Al di là della previsione sul numero emerge chiaramente come sul 2021 permanga un clima di grande incertezza sulla tempistica della “ripresa”, i dubbi non sono tanto sulla fiducia che i consumatori abbiano voglia di tornare al “fuori casa” quanto sulla tempistica delle misure di contenimento del Covid (es. orari apertura, distanziamento, coprifuoco…) previste, e frequentemente riviste ed aggiornate. Per far fronte a questo periodo di crisi, gli attori della filiera hanno attivato diverse leve. Le azioni principali hanno riguardato una maggiore efficienza di costi (23% degli intervistati), supporto ai distributori (18%) e ai punti vendita (18%) da parte dell’industria.
Pizza, gli Usa battono l’Italia per consumo. Prodotto simbolo della tradizione alimentare italiana nel mondo raggiunge, nel nostro paese, circa 8 kg all’anno, un quantitativo significativo ma comunque largamente inferiore al consumo, 13 kg circa, registrato negli Stati Uniti. Patrimonio dell’Unesco, la pizza ha un fatturato annuale di 15 miliardi per 8 milioni di pizze sfornate al giorno, quasi tre miliardi in un anno. Questo grazie al lavoro quotidiano di 110mila pizzaioli numero che nel fine settimana arriva addirittura a 200mila. Secondo Cna il comparto segna movimento economico superiore ai 30 miliardi all’anno. Le imprese del settore sono 130mila. Dal report di Cna si evidenzia che dal 2015 le imprese con attività di pizzeria sono cresciute da 125.300 a 127mila. A livello regionale è la Campania a farla da padrona in termini assoluti, con il 16% delle attività. Seguono Sicilia (13%), Lazio (12%), Lombardia e Puglia (10%). A primeggiare sotto il profilo del rapporto pizzerie/abitanti l’Abruzzo, con un’attività ogni 267 residenti. Poi Sardegna (un’attività ogni 273 abitanti), Calabria (285), Molise (307) e Campania (335). Al consumo la quasi totalità delle pizze tonde «da piatto» costa tra cinque e dieci euro, il 55% tra cinque e sette euro, il 37% tra sette e dieci euro. Sotto i cinque euro costa il 4% delle pizze. Il 4% vale la fetta di mercato delle pizze oltre i dieci euro. La tonda raccoglie il 93,9% delle preferenze, seguita da pinsa romana (3,1%) e pizza a metro (3%).
Pasta, una passione non soltanto italiana. La produzione industriale di pasta supera i 3 milioni di tonnellate di cui oltre il 50% viene collocato sui mercati esteri all’interno dei quali prevalgono i paesi della Ue (65%), mentre la rimanente quota è destinata al consumo interno. Partendo da una offerta interna di oltre 4 milioni di tonnellate di frumento duro, per sopperire alle necessità delle fasi a valle per la produzione di pasta, l’Italia ha dovuto importarne 1,8 milioni di tonnellate. Gli italiani ne consumano una quantità di 26 chilogrammi procapite all’anno. Ma l’Italia non è la sola a produrre e consumare pasta. Negli Stati Uniti stando alle recenti statistiche, la produzione di pasta si aggira intorno ai 2 milioni di tonnellate l’anno, mentre il consumo procapite è di circa 8,8 kg. Un primato indiscusso che fa dell’America il secondo maggiore produttore di pasta al mondo. Pasta se ne produce anche in Iran, circa 360mila tonnellate annue. E sempre più famiglie optano per “un piatto occidentale” e lo rivisitano sulla base delle ricette tradizionali. Come “i maccheroni persiani”, conditi con carne fritta tritata, rievocano la tradizione ma la interpretano con un tocco di esotica modernità. Il consumo procapite di pasta in Iran è pari a 8,5 kg, un vero e proprio boom. Importanti anche i dati della Francia, oggi i francesi consumano in media circa 8 kg di pasta l’anno.
Se in Argentina la produzione di pasta si attesta sulle 325mila tonnellate, il consumo procapite annuo arriva ai 7,9 kg. E non sono da sottovalutare i consumi in Canada dove la pasta riveste un ruolo di primo piano. Dati recenti rivelano come il consumo del prodotto sia enormemente aumentato negli ultimi anni giungendo a quota 6,5 kg pro capite l’anno. Complice del successo, la percezione locale della pasta, che viene considerata un alimento sano e gustoso. In risposta alla crescente domanda, le aziende locali sono giunte a produrre ben 170mila tonnellate di pasta l’anno contribuendo allo sviluppo del settore.
A onor di classifiche, dietro all’Itala, dove 9 italiani su 10 ne consumano con frequenza, e 1 su 3 tutti i giorni. C’è la Tunisia, con 16 chilogrammi pro-capite, il Venezuela (12) e Grecia (11,2).
I benefici della pasta. La pasta per essere felici. La pasta è un alimento per stimolare le endorfine, anche definite “ormoni della felicità”. A sostenerlo diversi studi scientifici e gli esperti che ci spiegano qual è il meccanismo alla base della soddisfazione e del benessere psico-fisico che si raggiunge dopo aver consumato un ottimo piatto di spaghetti al pomodoro o una golosa carbonara. Questo perché quando si mangiano carboidrati quindi si stimolano le endorfine che trasmettono una sensazione di benessere.
L’Italia è la patria del caffè. Chi consuma caffè espresso beve principalmente 1 o 2 tazzine al giorno (58%) e preferisce la mattina come momento di consumo: il 77% di chi beve caffè espresso lo fa tutti i giorni appena sveglio. A tracciare una mappa dei costi e degli usi che gli italiani sostengono e fanno della bevanda che ci tiene svegli, ci ha pensato Coffee Monitor, il primo focus dell’Osservatorio social monitoring di Nomisma sviluppato in collaborazione con Datalytics. Sul podio sale il caffè espresso, la principale tipologia di caffè scelta dagli italiani che hanno consumato la bevanda negli ultimi 12 mesi. E il consumo è un consumo abituale. L’espresso viene scelto dal 93% dei consumatori di caffè. Residuale la percentuale di chi predilige il caffè americano, orzo o altre tipologie di caffè (7%).
Il caffè espresso si beve al bar. Il 58% di chi beve caffè espresso lo fa per trovare la carica necessaria ad affrontare la giornata. Espresso non è tuttavia solo fonte di energia, chi lo beve lo fa anche per il gusto (51%) ed in parte per abitudine (30%). Il caffè espresso evoca nell’immaginario dei consumatori momenti di relax (53%), un piacere (47%), ma al contempo un rito, una tradizione (37%). Il consumo di caffè espresso non è relegabile in un solo luogo, prevale piuttosto una modalità di consumo “multi-luogo”, il bar resta comunque quello preferito, scelto dal 72% del target di riferimento.
Diete salutistiche in aumento. Sta aumentando tra gli italiani la consapevolezza dello stretto rapporto tra alimentazione e benessere. I dati parlano chiaro: il 97,1% degli intervistati, la quasi totalità, è consapevole del fatto che la nostra salute e il nostro benessere dipendono da ciò che mangiamo. Il 71,8% degli intervistati si informa, durante la scelta del piatto, sulla qualità e la provenienza dei prodotti utilizzati, e più dell’89,1% ritiene che anche i locali siano più attenti a offrire alla clientela piatti salutistici. Nonostante questa rinnovata attenzione al benessere che si nota tra gli italiani solo il 53,3% degli intervistati dichiara di consumare verdure e ortaggi quotidianamente, ciò significa che una persona su due continua ad avere un’alimentazione che non prevede quotidianamente una porzione di verdure. Si nota comunque un trend di crescita rispetto al 2005 in cui il consumo quotidiano di verdura era abitudine solo per il 48,9%. Vanno esattamente nella direzione opposta le abitudini di consumo della frutta: 8 persone su 10 la consumano quotidianamente, ma il trend è in flessione: dal 77,3% del 2005 al 74% del 2018. Sempre più consapevole è anche il consumo di sale che si riflette nella scelta, sempre più popolare, di sale arricchito di iodio. È interessante osservare che l’attenzione non è aumentata solo tra persone nelle fasce d’età maggiori, ma anche tra giovani e giovanissimi.
Nonostante le tendenze vegetariane e vegane emerse negli ultimi anni, sul consumo di carne gli italiani hanno comportamenti piuttosto netti: il consumo di carne rimane diffuso, ma con una maggiore attenzione a quello delle carni rosse. Dal 2005 al 2018 la quota di persone che consuma carni bianche almeno una volta a settimana si è mantenuta intorno all’80%, mentre quella sul consumo di carne rossa è passato dal 73% al 59%. Per quanto riguarda invece il pesce: il suo consumo è rimasto abbastanza stabile, anche se nell’ultimo anno la frequenza del suo consumo ha superato quella delle carni rosse.