Nuove opportunità e frontiere avanguardistiche: il mercato vinicolo italiano continua la sua trasformazione.
Si rinnova e ribalta le regole.
Ma bollicine, vini bianchi e rosé continuano la loro scalata da veri protagonisti, con una sferzante ripresa di questi ultimi.
Rivoluzionario, però, è l’ingresso dei vini rossi come scelta tra le proposte estive, scavalcando le regole della sommellerie più canonica e dei più incorruttibili puristi.
Poi, ancora, gli spumanti si garantiscono – ma questo quasi da sempre – un posto privilegiato tra le categorie più richieste, con una crescita costante del 3 per cento annuo nelle vendite, per quanto i consumatori abbiano ridimensionato il budget medio per singola bottiglia.
I vini bianchi, invece, mantengono una posizione stabile grazie al profilo legato alla versatilità e alla freschezza, quindi fondamentali soprattutto quando ci si ritrova alle temperature estive.
Per i rosati, invece, si parla di una vera e propria rinascita, dato che tornano letteralmente in auge.
A dare man forte sono i dati di Vinarius, associazione di riferimento per le enoteche italiane, che segnala dallo scorso anno una ripresa del 5 per cento nelle vendite, trainata soprattutto dai rosati classici del Salento e dal Chiaretto.
Il Sud spopola, ma con inaspettati vini leggeri, con gradazioni alcoliche contenute, capaci di offrire una beva piacevole e disimpegnata.
Tutto molto positivo, statistiche comprese,
Ma cosa sta accadendo davvero nel mondo del vino? Sorprende, per iniziare, la proposta dei rossi in versione estiva.
Un trend certamente inaspettato ma con un approccio innovativo. Si tratta di rossi leggeri, capaci di esprimersi anche a temperature desuete, dimostrandosi un vero fenomeno, inaspettatamente sostenuto dai professionisti del settore; gli enotecari, ad esempio, figure chiave nel mondo Horeca, che guidano i consumatori verso abbinamenti alternativi e temperature di servizio non convenzionali.
Rossi che scendono giù, ma solo di gradi.
Fondamentale, il ruolo della sostenibilità che, ormai, è un faro sempre certo da seguire.
Un elemento trasversale che si allarga a tutte le categorie e a tutte le tipologie viticole, con una lettura sempre chiara e comunicativa.
Secondo uno studio di Wine Intelligence, il 64 per cento dei consumatori globali preferisce vini prodotti in modo sostenibile, da vignerons responsabili.
In Italia, l’interesse per vini biologici e biodinamici è in costante crescita, un dato che conferma la solidità della filosofia green, testimoniato dal segno positivo dell’incremento del 15 per cento annuo negli ultimi cinque anni.
In controtendenza, invece, allontanandosi sempre più dai mercati, sono i vini dealcolati che faticano a trovare spazio o, probabilmente, non si sono mai realmente assestati tra le tendenze di mercato.
In più, gli enotecari non constatano affatto l’emergere di una domanda significativa, e guardano con sempre più attenzione alla crescita della richiesta, sullo scaffale, di prodotti con gradazioni alcoliche più sostenute, soprattutto nei mesi estivi.
Bianchi, rossi o rosati che siano.
Una certezza sulla qualità e sull’inamovibile peso del- le grandi denominazioni: sono le colossali denominazioni che rappresentano ovunque, qui in Italia e nel mondo, un territorio fatto di storia, tradizioni e vignerons dalla profonda etica.
E si affiancano i numeri del settore rilevati da Nomisma wine Monitor. In breve, l’export dei vini italiani ha superato i 7,9 miliardi di euro nel 2023, con una domanda in aumento per le etichette di alta gamma, specialmente Barolo, Brunello e Amarone. Certamente bollicine e bianchi restano i preferiti per l’estate, mentre i rosé e i rossi leggeri consolidano il loro ruolo di nicchia in espansione.
Sul futuro del mercato vinicolo, lo sguardo si allunga sempre di più verso nuovi orizzonti.
Le sfide del cambiamento climatico e le nuove abitudini dei consumatori stanno spingendo il settore verso innovazioni significative.
Interessanti, anche, le produzioni di cantine con vigneti ad alta quota per valorizzare l’acidità delle uve, con pratiche viticole sostenibili: il futuro del vino italiano sembra orientato a coniugare tradizione e modernità, storia e innovazione.
Passato e futuro si uniscono con l’evidente capacità di interpretare e anticipare i trend .
Sarà fondamentale per garantire il successo di dell’italianità in tutto il mondo.
[Questo articolo è tratto dal numero di marzo-aprile 2025 de La Madia Travelfood. Puoi acquistare una copia digitale nello sfoglia online oppure sottoscrivere un abbonamento per ricevere ogni due mesi la rivista cartacea]