Le zone vinicole di Bordeaux e di Borgogna, com’è noto, sono estremamente differenti e distanti, geograficamente parlando. Ma esistono similitudini o punti di incontro tra queste due aree di produzione, nonostante l’ovvia differenza climatico-geologica, oltre ai vitigni che ne hanno da secoli caratterizzato le produzioni?
Sì: le accomunano i prezzi di cessione e le produzioni molto limitate, quando parliamo di grandi vini, ma anche la diffusa mediocrità, se escludiamo le etichette storiche e importanti che le hanno rese famose nel mondo.
La Borgogna vinicola nasce sulla spinta e sul lavoro – quasi da gioielliere – che il clero decise di intraprendere a partire dal Medioevo. Questo impegno certosino ha permesso, nel corso dei secoli, di dare un significato a una parola oramai entrata nel gergo comune degli amanti del vino: il “terroir”, ossia le impressionanti differenze che caratterizzano terreni limitrofi o addirittura adiacenti e che hanno permesso di far nascere la classifica qualitativa dei differenti “cru” che il tempo ha mantenuto praticamente inalterata anche con la nascita della “Aoc”.
Dal punto di vista geologico la storia della Borgogna ha inizio nel periodo giurassico, periodo in cui si sono progressivamente depositati gli strati di roccia sedimentaria marina che oggi costituiscono il sottosuolo da cui il vigneto trae la propria struttura. L’erosione creata dal fiume Saône ha poi determinato la topografia dell’area, dando origine alle dolci colline della Côte. Il clima della Borgogna è caratterizzato da inverni freddi, gelate primaverili frequenti ed estati calde con temperature a volte molto elevate.
La maggiore qualità si trova nelle fasce collinari esposte a est/sud-est, che sfruttano al meglio l’esposizione solare a un’altitudine compresa tra i 200 e i 400 metri sul livello del mare, mentre sotto questa fascia i vini sono sostanzialmente più semplici e meno complessi.
Leggere la qualità di un vino di Borgogna è tutt’altro che semplice, ma sulle etichette si trovano indicazioni fondamentali per poter avere un’idea di cosa si sta acquistando. Ad esempio, un vino con un’appellazione generica come Borgogna, senza nessuna specificazione, ovviamente ci rimanda ad un vino di bassa qualità (a questa denominazione corrisponde circa un 60% della produzione regionale); al contrario si alza l’asticella qualitativa se parliamo per esempio di denominazioni comunali, ovvero di Village. Si sale ancora di più in termini qualitativi se troviamo etichette dove al nome del comune si affianca anche quello del vigneto.
Quando si arriva ai Premier Cru e ai Grand Cru (che compongono più o meno il 10% della produzione totale), ecco che si tocca l’estrema vetta qualitativa della zona di produzione.
La Borgogna è composta dalle seguenti aree produttive:
• La Côte d’Or, così suddivisa: Côte de Nuits e Côte de Beaune
• Cote Chalonnaise
• Maconnais
• Chablis (che è stato raccontato nello scorso numero)
• Beaujolais
CÔTE D’OR
La Côte d’Or è senz’altro l’area più celebre della Borgogna ed è proprio qui che si trovano i vini più famosi e rappresentativi; è situata lungo un’importante faglia geologica i cui depositi marini delle diverse ere, ricche di calcio proveniente dai fossili, sono evidenti quanto gli strati di una torta.
La Côte d’Or è così suddivisa:
• Côte de Nuits
• Côte de Beaune
La Borgogna di estende lungo la statale nazionale N74 che costeggia le vigne che vanno da Digione a Beaune.
Sulla parte sinistra si trova il 64% della produzione (soprattutto vini rossi). I Grand Cru mediamente si trovano sui 220/230 metri sul livello del mare e tendenzialmente compongono l’1% della produzione mentre i Premier Cru circa l’11%. La classificazione ha circa 200 anni e si divide in 4 categorie: la prima è formata dai Grand Cru, 30 dei quali sono attualmente in attività in particolare nella Côte de Nuit.La seconda classe, il Premier Cru, porta il nome del comune di origine seguito dal nome del vigneto oppure, se il vino proviene da più vigneti Premier Cru, semplicemente il nome del comune seguito dalle parole Premier Cru.
Non tutti i Premier Cru sono allo stesso livello, il che non sorprende dal momento che sono ben 622.
Per esempio Rugiens, Pommard, Les Amoureuses, Clos St-Jaques, possono essere quotati a prezzi molto più alti rispetto ai Grand Cru minori.
I vigneti hanno una disposizione stratificata che rispecchia la qualità, infatti salendo lungo le colline dalla statale nazionale N74 prima troviamo le appellazioni Bourgogne, poi i Village, poi i Premier Cru, poi i Grand Cru e infine nuovamente i Village. Tendenzialmente, più si sale più si trova la pietra (calcare) su terreni molto drenanti e composti da marne a strati.
CÔTE DE BEAUNE
I comuni più importanti di produzione della Côte de Beaune sono (da sud verso nord):
• Santenay
• Chassagne-Montrachet
• Puligny-Montrachet
• Saint-Aubin
• Meursault
• Auxey Duresses e Monthelie
• St. Romain
• Volnay
• Pommard
• Beaune
• Corton
• Aloxe-Corton
• PernaNd-Vergelesses
• Savigny
CÔTE DE NUITS
I comuni più importanti di produzione della Côte de Nuits sono (da sud verso nord):
• Nuits-St-Georges
• Vosne-Romanée
• Vougeot
• Chambolle-Musigny
• Morey-St-Denis
• Gevrey-Chambertin
• Fixin
• Marsannay
CÔTE CHALONNAISE
È la meno conosciuta delle zone in Borgogna e non è molto vasta. Più si va verso sud, più i terreni sono geologicamente antichi e il clima è più caldo.
La zona nord della Côte Chalonnaise è vicinissima al confine meridionale della Cote d’Or e si spinge da Chagny a Montagny, essendo praticamente un prolungamento della Côte du Beaune.
L’altitudine è maggiore rispetto alla Côte de Beaune, quindi la vendemmia è più tardiva e il processo di maturazione più precario. La parte centrale della Côte Chalonnaise è la più rinomata e i cinque comuni principali che danno il nome alle appellation sono:
• Rully (più bianchi che rossi)
• Mercurey (più rossi)
• Givry (più rossi)
• Montagny (solo bianchi)
• Bouzeron (Aligoté – assomiglia molto agli chardonnay)
BEAUJOLAIS
La zona del Beaujolais è composta da circa 22.000 ettari vitati a sud di Macon, arrivando praticamente a Lione, ed è composta da terreni granitici e duri. Le vigne si sviluppano principalmente vicino ai fiumi e ai loro depositi.
I Beaujolais sono divini in queste categorie:
• Beaujolais
• Beaujolais Village
• Beaujolais Cru
Tutti i Beaujolais vengono prodotti con uve Gamay.
Le vigne dei Cru sono tutte ad alberello e danno vini che possono durare anche più di 10 anni nelle grandi annate, in contrasto con la loro immagine di prodotti semplici e con poca struttura.
I Cru vengono prodotti in queste zone:
• Chénas
• Julienas
• Saint Amour
• Fleurie
• Chiroubles
• Bruilly
• Côte de Bruilly
• Régnié
MACONNAIS
La città di Mâcon si trova a 55 km a sud di Chalon-sur-Saône e dà il nome ad una famosa e vasta area collinare frastagliata da cui si ottengono vini bianchi oramai riconosciuti da tutti come molto interessanti. Grazie al sottosuolo calcareo ricoperto da uno strato argilloso o alluvionale, questa è in effetti una terra decisamente vocata alla produzione di vino bianco.
Il clima leggermente più caldo rispetto alla Côte d’Or è molto adatto all’uva chardonnay, che sembra aver trovato nel Maconnais le condizioni ideali di crescita e rappresenta oggi il 90% dei vini locali, mentre la base dei vini rossi è la stessa del Beaujolais. Crescendo sul calcare anziché sul granito come nella zona del Beaujolais, il gamay tende però ad assumere qui una sfumatura dura e rustica che non gli permette di diventare un grande vino.
L’appellation Mâcon-villages dovrebbe garantire una qualità superiore e la provenienza dai migliori villages della zona, ma in pratica si applica quasi a tutti i Mâcon bianchi. Per essere certi della qualità del Mâcon bianco conviene cercare quelli che in etichetta riportano uno dei 26 comuni che possono comparire sulle etichette.
In questa appellation non esistono Grand Cru e neanche Premier Cru (ma sono in fase di classificazione).
I comuni di produzione più importanti sono:
• Chasselas
• Leynes
• St-Verand
• Chanes
I vini prodotti in questa area sono tendenzialmente più grassi ma molto minerali, le due denominazioni più importanti sono:
1) Pouilly-Fuissé
2) Viré-Clessé
I Cru più importanti (ma non ancora classificati) sono:
1) La Roche
2) Vergisson
3) Pierreclos
I vini di Borgogna sono certamente grandissimi vini, molto celebrali, per tanti i più grandi in assoluto, un punto di arrivo. Però occhio alle semplificazioni: sotto un certo prezzo non c’è grandezza e non c’è gusto.
Questi vini sono sicuramente più buoni maturi, hanno bisogno di tempo e il tempo, ahimè, costa caro. Però, se potete, dimenticatevi qualcosa di grande in cantina e provate a berlo con qualche anno sulle spalle, ma non troppi.
Vi stupiranno.